ESCLUSIVA | Michela, la mamma di Guerini: "Entrare in curva un'emozione, l'ho fatto per Daniel. Anche lui lo faceva per la sua Lazio"
Sabato scorso in occasione della prima partita casalinga della Lazio, vinta 6-1 contro lo Spezia, la Curva Nord ha visto riempire uno dei suoi posti da Michela, mamma di Daniel Guerini, in prima fila per tifare la squadra biancoceleste con la maglia n.10 di Guero dello scorso anno, quella con cui il giovano giocatore della Lazio si stava affermando. Per raccontare questa esperienza è intervenuta in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it.
Entrare in curva è sempre un'emozione per la nostra Lazio. Poi dopo quello che è successo l'emozione è aumentata, ed il fatto che ci sono stati cori per Daniel, tra pianti e sorrisi, è stato un miscuglio di emozioni. Ero assolutamente convinta di volerlo fare, tutto ciò che faccio per Daniel per me rappresenta una convinzione. Anche se mi faccio male io, lo faccio con convinzione. Continuerò per questo ad andare allo stadio, in Curva Nord. Siamo tutti curvaroli noi. Per quanto riguarda il futuro ho intenzione di seguire la Lazio in tutto e per tutto, andrò la settimana prossima, così come andrò anche al derby... per le trasferte sarà difficile solo perché ho anche mio figlio piccolo che gioca a calcio ed ovviamente seguo anche lui. Però per lo stadio sarà così, non cambio le radici. Anche Guero quando poteva, andava in curva. Il suo sogno era diventare importante per la Lazio ed ha fatto di tutto affinché questo ritorno in biancoceleste avvenisse.
Guero? Io sono orgogliosa e fiera, devo ringraziare Dio di essere sua mamma, è entrato nel cuore di tutti, anche di chi lo conosceva. Deve esser nato angelo, perché ha lasciato veramente qualcosa a tutti. Ha scatenato una grande cosa ed ho sentito tutto il calore e l'amore del popolo laziale. Ha lasciato qualcosa di bello a chi lo con0sceva e con il suo sorriso ha conquistato anche chi non lo conosceva. Lo si è visto anche ai funerali, dove c'era veramente molta gente, ha unito tutti, dai grandi ai più piccoli. Non ci siamo sentiti soli. Anche la stessa società non ci ha lasciato. Guero ci ha uniti in un unico grande abbraccio, il mondo calcistico si è unito, ed abbiamo ricevuto telegrammi da tutto il mondo, anche dal Papa.
Io devo andare avanti, lo devo a Guero. Non mi fermo.