CdS | È l'"election derby": Lazio e Roma ancora imperfette dominate dalle personalità di due tecnici diversi
Arriva sin troppo presto e non abbastanza atteso, dentro una tela ancora imperfetta, ma anche per questo sarà più crudele qualunque esito che non sia una mediocre divisione dei punti. Mou contro Mau. Il derby a Roma non ha mai vissuto uno scontro di personalità così vistoso in panchina. L'antefatto, lo scorso giugno. Scaramucce tra tifosi. Il fumo sputato dalla bocca eolica di Sarri cancella la faccia di Mou in Vespa. Unico precedente degno di nota tra i due, il Chelsea-Man United di tre anni fa, la rissa più che sfiorata. I londinesi che pareggiano negli ultimi secondi e il vice di Sarri che va a mostrare il pugnetto in faccia a Mou. Parapiglia e scuse finali. Mou ha bisogno del rumore per sentirsi più unico e solo al comando; Mau ha bisogno solo di sé, del silenzio e della sua coltivata mania. Nell'insieme, una combinazione micidiale. La missione di Mau non è il gruppo, ma mettere a punto il giocattolo che li farà vincere e, da divertiti, felici di essere gruppo. Mou nasce ricco, sceglie abiti firmati e orologi di lusso al polso, Mau si sente a suo agio solo nella tuta da lavoro, figlio di suo padre operaio. Scontro di personalità, ma anche di visione del mondo in quanto sfera. Per Mou il pallone tra i piedi è un disturbo di cui liberarsi il prima possibile. Mau vuole il dominio del gioco, vince solo a patto di divertirsi. L'aura di Mou è ben definita, quella di Mau è in attesa ancora di conferme. Corriere dello Sport.