CdS | Peruzzi: "Dodici stagioni alla Lazio ti segnano. Inzaghi? È tutto un altro Simone"
L'ex portiere e club manager biancoceleste Angelo Peruzzi, in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha raccontato il suo rapporto ai tempi della Lazio con Simone Inzaghi, ex allenatore dei biancocelesti e ora tecnico dell'Inter. Queste le sue dichiarazioni:
"Io, Giocondo il cuoco e Walter il magazziniere eravamo l'interruttore che per due o tre ore riusciva a smorzare la tensione di Simone. Prima della partita non dormiva mai. La nostra tecnica, sempre la stessa: la partita a carte. Facevamo sì che non pensasse agli avversari, alla formazione... Adesso Simone è un'altra persona, per me l'hanno cambiato. È l'esatto contrario del giocatore. Se mi avessero chiesto di indicare uno che non avrebbe mai potuto fare l'allenatore avrei risposto di getto Simone. Era un ragazzino, rideva, scherzava. Si è fatto uomo, ora è maturo e responsabile. Un tecnico di prim'ordine, studia giorno dopo giorno, cura i dettagli. Mai avrei pensato di vederlo attaccare al muro qualcuno nello spogliatoio, invece è capitato. Sa essere dolce con i giocatori, ma anche autorevole e autoritario.
Scontro fisico tra me e Mancini quando allenava la Lazio? Non ci siamo nemmeno sfiorati, eravamo incazzati e per due o tre mesi non gli rivolsi la parola. Aveva portato un altro portiere, Sereni, e l'aveva fatto giocare al posto mio. In seguito ci aggiustammo. Roberto è un grande, non porta rancore. Dopo la chiusura con la Lazio resto uno di loro? Ho sempre amato giocare a calcio, non sono mai stato tifoso. Le figurine ho cominciato a raccoglierle a vent'anni e ho smesso subito. Ovviamente dodici stagioni nella Lazio ti segnano e non puoi trascurarle".