Il Messaggero | La Lazio prepara il piano Champions
Un giorno in cui non succede niente di brutto è già un miracolo. Figuriamoci, dopo anni di batoste, riconquistare proprio a Udine la matematica Champions con una sentenza anti-Juve il giorno dopo. Maurizio è davvero al settimo cielo, ieri notte non ha dormito sino alle 5, alla Dacia Arena si era sciolto coi complimenti nello spogliatoio: «Bravi ragazzi, partita vera. Ora rimaniamo concentrati sulla Cremonese perché voglio il secondo posto». Può valere la Supercoppa e addirittura 30 milioni in più di tesoretto. Ora Sarri può far valere il credito maturato e ricevere le garanzie promesse per fare il salto: «Io e Maurizio abbiamo un rapporto splendido, lui è un intossicato di calcio e insieme vogliamo riportare la Lazio ai vertici. Lui è un valore aggiunto per la crescita del gruppo, ma non è l’unico artefice di questo obiettivo raggiunto con lavoro e sacrificio». Dopo il breve vertice di martedì scorso a pranzo, il tecnico aspetta un confronto vero con il patron non appena si avrà la certezza di avere 50 o 80 milioni in mano. Gli altri club si sono mossi in anticipo, è già tardi, Maurizio lo attende al varco: «Parlare di mercato ora è fuori luogo. Dobbiamo aspettare la chiusura del campionato, poi stilare i progetti per il futuro e allestiremo una squadra in grado di competere alla pari con tutti», chiosa Lotito. Da mesi però Sarri ha le idee chiare su cosa serve, pretende cinque rinforzi di livello: ci sono i primi nomi (Audero, Torreira, Frattesi, Berardi e Rafa Silva) e diverse alternative (Rovella, Zielinski, Loftus-Cheek, Hudson-Odoi e Pinamonti, per esempio) sul taccuino, considerando anche l’eventuale cessione di Milinkovic a giugno. In teoria, infatti, entrerebbero altri 40 milioni dal serbo: 20 coprirebbero già il passivo di bilancio, l’altra metà si aggiungerebbe al bottino Champions per un totale di 70 o 100 milioni per rinforzare l’organico, aggiungendo 2-3 giovani di belle speranze (Guerino, Fazzini e Fabbian nell’affare Acerbi in nerazzurro). A meno che Lotito non decidesse di accogliere Kulusevski dalla Juve come contropartita gradita, che escluderebbe Berardi sull’esterno.
AAA CERCASI DS - Il progetto di Sarri è chiaro, ora sta a Lotito assecondarlo, mettendogli accanto qualcuno che capisca il suo calcio, se non vuole che Mau ascolti le sirene dal Nord e dall’estero e resti alla Lazio. Tare si avvia alla scadenza del contratto: «15 anni qui sono tanti, è giusto fare un resoconto. Anche io valuterò il mio futuro, parlerò con il presidente, dobbiamo essere chiari l’uno con l’altro per il bene della Lazio», le parole che sanno d’addio del ds, invitato ieri (con il figlio Enrico, la moglie Cristina e Canigiani, altri dirigenti) alla cena di Lega all’hotel Hilton da Lotito, che gli aveva paventato a dicembre il rinnovo (al ribasso) ma da giorni ha intensificato i movimenti per sostituirlo. Giuntoli ormai sembra destinato alla Juve, Accardi dell’Empoli è un candidato, Foggia il cavallo di ritorno. Nell’organigramma c’è già l’esperto Fabiani, pronto a fare il salto, secondo un piano logico delineato a giugno scorso con tante uscite da fare al più presto. Sarri ha già messo alla porta alcuni colpi di Tare come Maximiano, Basic, Cancellieri e Marcos Antonio. È ancora indecifrabile il futuro di Luis Alberto. Sarri gli ha chiesto di restare, ma poi ha sottolineato: «Da novembre in poi è diventato un altro centrocampista totale e completo. Io voglio tenerlo se lui rimane contento alla Lazio». Il Mago ora sta bene, sogna di lottare in biancoceleste «con i più grandi d’Europa», ma parla di un’offerta big dall’estero e bussa per alzare il suo ingaggio: appuntamento fissato da Lotito fra due-tre settimane, lo spagnolo chiede gli stessi soldi di Milinkovic (3,5 milioni più bonus) per vivere alla Lazio felice e contento. Il Messaggero/Alberto Abbate