Il Messaggero | Da Sarri a Tudor: nuovo mister, stessi fantasmi
Il pareggio col Monza ha fatto riaffiorare i vecchi difetti della rosa
Con l'arrivo di Tudor sembra fossero stati tagliati i ponti col passato. Assolutamente niente contro Sarri, ma la Lazio aveva bisogno di ripartire da zero con nuove idee e nuovi stimoli. Si è partiti dal nuovo modulo, il 3-4-2-1, con nuovi interpreti e cambio di gerarchie tra i calciatori. Anche gli allenamenti sono cambiati, iniziati con doppie sedute prettamente fisiche e atletiche, con tattica perlopiù offensiva vista una solidità arretrata buona. Infine, erano cambiati anche i risultati sul campo. O meglio, fino a Monza. Un pareggio all'ultimo minuto non certifica assolutamente una Lazio in difficoltà, però lascia interdetto Tudor, che si è mostrato deluso e arrabbiato nel post partita.
Confronto tra Tudor e squadra
Come scrive il Messaggero, oggi alle 12 riprenderanno gli allenamenti a Formello e il tecnico chiederà spiegazioni sia per ciò visto in campo sia per il confronto con gli ultras a fine partita. Dopo 45 giorni nella capitale, Tudor sta mettendo a fuoco cosa significa vivere nell'ambiente calcistico romano. Lo si è visto anche nella conferenza stampa pre partita, quando ha dato ragione a Sarri in merito al valore della rosa e alle valutazioni della società:
La Lazio lo scorso anno non era da secondo posto, ma un tifoso quest'anno mi ha chiesto lo scudetto. Sarri ha provato a farlo capire: è giusto caricare l'ambiente e creare aspettative superiori, ma un tecnico e un club devono mantenere l'obiettività altrimenti non si fa il bene della società.
Le differenze tra Sarri e Tudor
E' un Tudor “sarrizzato”, che nel suo 3-4-2-1 a Monza ha nascosto una difesa a 4 con due centrali e due terzini, prima del cambio di Zaccagni con Casale. Le differenze restano, sia per atteggiamento tattico che per considerazione dei ruoli: Sarri inventava poco, mentre Igor gioca con la duttilità dei suoi, anche se ad ora ne ha utilizzati meno del suo predecessore.