Massimo Maestrelli a Football Crazy: "Ho chiesto a Baroni di indossare la giacca storica del 'babbo'"
Un gesto simbolico che celebra la tradizione e il legame tra generazioni nel mondo del calcio, richiamando ricordi e valori di un’epoca passata
“Sensazioni strane ed emozioni uniche; con mio fratello a 20 anni avevamo già l'idea di scrivere un libro e di far uscire un film. Per due o tre anni non ci ho pensato ma al 50esimo anniversario dallo scudetto della Lazio mi è tornata la fantasia, avevamo già scelto autori e registi e, prima delle vacanze, abbiamo scritto a diverse produzioni ma con speranze zero. Per magia siamo riusciti a stipulare un accordo con Groenlandia! A settembre dello scorso anno ci siamo seduti a tavolino e abbiamo deciso di farlo. Hanno finito di montare il tutto mercoledì e il giovedì è stato proiettato al Festival di Roma. Questo film riceve risposte da ogni tifoso appassionato del calcio e non soltanto dai laziali. La serie di Sky “grande e maledetta” è stata la serie più vista dai tifosi del calcio e vorrei che anche questa sia vista da un milione di laziali."
"La testimonianza più bella l'ho avuta con una ragazza di 21 anni che, pur non avendo vissuto gli anni di mio padre alla Lazio, emozionatissima mi ha chiesto di fare una foto. Nel teatro ha pianto 1h e mezza e nel tragitto fino a casa ha cantato in monopattino, piangendo, l'inno della Lazio per almeno 10 minuti. Lotito anche era contento, venerdì ha avuto difficoltà a prendere il microfono e non è da lui. Aveva gli occhi lucidi."
Maestro, il calcio a colori
“A Reggio Calabria “Babbo” giocava con il 4-3-3 e, quando gli avversari vedevano i tre davanti rimanevano senza parole. Aveva un modulo apparentemente particolare, gli piaceva fare un gioco offensivo. In un Lazio-Foggia all'Olimpico, contro la sua futura squadra, ”babbo" fece innamorare la Lazio e il popolo biancoceleste. Tommaso Maestrelli nel 1968 fece la sua prima apparizione in panchina nello stadio che lo avrebbe visto vincere lo scudetto il 12 maggio 1974 in occasione proprio di un Lazio-Foggia."
Baroni come Maestrelli
"Baroni anche quando vince mette un'altra punta (vedi in Europa League), il suo è un bel calcio. Quando vado allo stadio mi rendo conto che i tifosi sono tutti contenti anche se non si vince o se si pareggia. In occasione di quella serata ho voluto mettere la famosa giacca di “babbo” e ho chiesto al mister Baroni di indossarla durante una partita. Io aspetto una sua telefonata e gli porto la storica giacca a Formello."
Inzaghi, Sarri e Baroni
"Sarri era dispiaciuto per non essere presente alla presentazione del film, voleva concludere la carriera con la Lazio. Parlando di un altro grande mister biancoceleste devo dire che, anche con Simone Inzaghi, avevo un bel rapporto. Ci sentivamo sempre. Inzaghi dormiva poco sia se vinceva che perdeva. Baroni ha sempre il sorriso, questo è un bel segnale."
“Il film realizzato non me lo aspettavo così bello. Ho passato 4 giorni a casa a parlare, dicendo tantissime cose ma non sapevo cosa potesse uscire effettivamente fuori. Il ”babbo" è stato un Uomo che ha toccato la morte tre volte e, scoprire le sue esperienze della guerra, è stata una cosa incredibile. “Babbo” aveva sempre il sorriso, ci nascondeva la figurine sotto i piatti ma, quando si parlava di guerra, cambiava improvvisamente espressione. Comunque credo che la storia di “Babbo” fosse segnata. Si sapeva già che avrebbe dovuto allenare la Lazio, vincere lo scudetto, salvarla dalla Serie B e salutare tutti!"
Sul film
“E' un film che come le partite di calcio dura 90 minuti più il recupero. Nella prima metà si parla di lui da quando nasce a quando arriva alla Lazio. “Babbo” ha avuto tantissime delusioni, è retrocesso all'ultimo a Foggia, stavamo per stappare la bottiglia negli spogliatoi quando, all'ultimo questa brutta notizia. Durante la cena non si mise a tavola con tutti perchè si sentiva responsabile di questa retrocessione. Quello che esce fuori dal film è l'uomo che si innamorò tantissimo della Lazio tanto che, a Como, se gli avessero chiesto di scegliere tra la Lazio o la vita avrebbe scelto la Lazio. Quando Agnelli si presentò con il contratto, mio padre lo rifiutò. Agnelli sentì il suo primo “NO” nella vita, Babbo era malato per la Lazio. Nonostante siano passati quasi 50 anni dalla sua scomparsa io lo sento sempre accanto. Adesso stiamo cercando di portare questo film nelle sale cinematografiche. Il Groenlandia fa un documentario l'anno e questa volta non pensava di ricevere tutto questo successo. Adesso c'è la volontà di portarlo nelle sale per almeno 3 sere e, il giorno dopo il derby, sperando che sia di buon auspicio, uscirà sulla Rai e dopo su Rai Play. Venerdì sera c'è stata un'atmosfera incredibile: 3 minuti di applausi e finite le foto e la musica il silenzio totale. Ognuno nella storia di “babbo” ha riconosciuto la storia di un padre, di un nonno o di un fratello. Erano tutti senza parole e molto commossi."