Quella del 2000 era un'altra Lazio, più ricca e piena di fuoriclasse. E fu l'unica Lazio, sotto la guida di Eriksson, a raggiungere i quarti di Champions. Il 22 marzo 2000 ci fu la rimonta a Stamford Bridge firmata Simone Inzaghi e Sinisa Mihajlovic (un gol impossibile su punizione) che portò all'eliminazione del Chelsea. All'epoca Eriksson aveva un solo risultato disponibile e quella fu forse la notte di Champions più bella della storia biancoceleste. 

La Lazio di Lotito e Sarri non è minimamente paragonabile a quella di Eriksson e Cragnotti, ma il match di domani entrerà di diritto nella storia del club. Non si gioca una partita del genere da 24 anni. La partita di tre anni fa, sempre con il Bayern, non aveva tutta questa importanza dal momento che già la gara dell'andata all'Olimpico finì 1-4 per i bavaresi. 

Nella prima partecipazione Champions dell'era Lotito (2007/08) la Lazio non riuscì a superare il girone, ma la sfida contro il Real Madrid all'Olimpico terminata 2-2 rimane uno dei punti più alti, insieme a Lazio-Borussia 3-1 e alla partita del 14 febbraio. Sarri potrebbe eguagliare Eriksson, che nel 2000 si fermò ai quarti pagando il 5-2 contro il Valencia in Spagna. 

Da allora, la Lazio ha quasi sempre recitato da comparsa in Europa. Con Mancini nel 2002/03 ci si fermò alla Semifinale di Coppa Uefa perdendo 1-4 contro il Porto di Mourinho, mentre in tempi più recenti si è arrivati ai quarti di Europa League solo due volte: con Petkovic nel 2013, poi eliminati dal Fenerbahce, e nel 2018 con Inzaghi, con la disfatta di Salisburgo. 

Corriere dello Sport

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