CdS | Ciro come Piola ma non basta
Se vai al dentista, puoi uscirne indenne, ma senti dolore e tutto dipende dall'effetto dell'anestesia. Sarri si è fatto male quando era convinto, a visita quasi finita, di tornare a casa senza pagare. Gasp gli ha presentato la fattura due volte a tempo scaduto. È finita 2-2, la Lazio non ha chiuso una partita già vinta e Immobile non se l'è sentita di celebrare il suo record. Un altro tratto distintivo del campione in grado di anteporre l'interesse della squadra alle prodezze personali. Voleva vincere, non gli interessava altro, ma il tempo gli renderà giustizia e nessuno potrà cancellare l'impresa. È diventato irraggiungibile salendo in cima alla storia della Lazio. Se Silvio Piola viene considerato una leggenda, ieri Immobile è diventato mitico, eguagliando il record di marcature assoluto nella storia biancoceleste: 159 gol in 232 partite. Restano i rimpianti e il senso di una partita che può significare la svolta. La Lazio non ha rinunciato a nessuno dei suoi talenti. Sarri ha ottenuto le risposte che cercava confermando Cataldi e Luis Alberto accanto a Milinkovic. Al tecnico di Figline Valdarno viene il prurito quando sente parlare di contropiede. L'Atalanta spinge forte, attacca e conduce il gioco, ma i biancocelesti hanno tenuto in pugno la partita senza concedere occasioni nitide per una sola ragione: in fase difensiva si raccoglievano dietro la linea della palla (4-5-1) e così hanno protetto Acerbi e Luiz Felipe, di nuovo sugli scudi. È questa, in attesa di progressi, la strada ideale per produrre risultati, meno pressing, tenendo un'intensità alta. Corriere dello Sport.