La Lazio l’anno scorso ha perso 12 gare su 50 tra campionato e Coppe, in questa stagione è già arrivata a 6 ko in 14 partite. Il modo peggiore per presentarsi alle due sfide cruciali con Feyenoord (martedì) e Roma (domenica). La sconfitta di Bologna ha poi confermato l’allarmante mal di gol: nelle ultime due giornate, ha segnato solo Immobile su rigore contro la Fiorentina. «Rispetto all’anno scorso abbiamo difficoltà in fase realizzativa – ha ammesso Sarrie non capisco perché, visto che gli attaccanti e il modo di giocare sono gli stessi». In più c’è Castellanos, che dopo le ottime prove con Atalanta e Sassuolo si è bloccato sotto porta: ben cinque palle-gol divorate in tre partite, una a Rotterdam, due con la Fiorentina e a Bologna. Immobile è fermo a tre reti stagionali, appena un golletto per Zaccagni e Anderson, come Provedel. In tutto sono 17 centri in 14 gare, una miseria.

Sui social impazza il dibattito sull’integralismo di Sarri e la mancanza di un piano alternativo quando c’è da affrontare una difesa-bunker. Si è persa la fantasia in campo ma anche in panchina: quando c’è da rimontare, non è assurdo pensare a una formula con Castellanos e Immobile, per esempio un 4-2-4 (4-4-2 in fase difensiva) con due ali e due mediani, oppure un 4-3-1-2 con Luis Alberto alle spalle delle punte.

Ormai gli avversari conoscono il modo di attaccare della Lazio e quando ritmo intenso e pressing alto non producono (colpevolmente) gol, come nel primo tempo di Bologna (era andata bene invece con Sassuolo e Atalanta), modificare lo spartito (anche i cambi sono sempre identici) può servire. Fino all’anno scorso il piano B era alzare la palla per Milinkovic, ora non esiste più. Intanto Marusic è in dubbio per il Feyenoord: forte contusione alla caviglia. Sarri ha chiesto un Olimpico “infernale”, ma per ora previsti non più di 40mila spettatori. La Repubblica/Giulio Cardone

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