Ex Lazio entra nella Hall of Fame giapponese: ecco chi è
Il tecnico gode di ammirazione e rispetto dopo la sua esperienza
Gli allenatori italiani all'estero riscuotono sempre un gran successo, basti pensare ad Ancelotti, ma anche più recentemente a De Zerbi o Antonio Conte. Altri lasciano un solco talmente indelebile da meritarsi l'entrata nella Hall of Fame del paese in cui sono stati.
Si tratta in questo caso dell'ex allenatore della Lazio Alberto Zaccheroni, che allenò i biancocelesti nella stagione 2001-2002 subentrando a Dino Zoff.
L'allenatore, dopo la lunga esperienza sulle panchine di massima serie italiana, avendo allenato anche Milan, Inter e Juventus, decise di tentare la fortuna anche in Asia, più precisamente in Giappone, dove diventò commissario tecnico dal 2010 al 2014, vincendo anche una Coppa d'Asia ed una Coppa d'Asia Orientale.
Il riconoscimento
L'allenatore è molto stimato in quelle aree del globo, ed infatti ha ottenuto la possibilità di entrare a far parte della Hall of Fame del calcio.
"Hanno sempre avuto questa sorta di manifestazione nei miei confronti. Mi hanno abituato così fin dal primo giorno", queste le parole del tecnico romagnolo riportate dall'ANSA.
Io so perché stimo loro, ma non riesco a capire il livello che ho raggiunto in questo Paese: penso di non aver fatto niente di eccezionale. Avevo un'ottima squadra, che è sempre stata in sintonia con me. I dirigenti idem.
E mi sono sentito immediatamente in dovere di ricambiare. E ogni tanto mi sveglio e dico 'ma sono stato davvero il Giappone o me lo sono sognato qui?
L'amarezza della Coppa del Mondo in Brasile
Al Mondiale dovevo far molto meglio. Sono arrivato troppo sicuro: c'è questo rammarico. La responsabilità è tutta mia. Noi in pre-mondiale abbiamo fatto tre gol a Bruxelles con il Belgio, che era il numero uno nel ranking. Abbiamo vinto a Parigi contro la Francia.
Abbiamo pareggiato 2-2 in casa dell'Olanda di Van Gaal. I risultati erano questi. Al Mondiale io ero troppo sicuro di andare in fondo. Ero troppo sicuro perché loro mi hanno dimostrato di esserci sempre, mentalmente.
Io gli ho chiesto uno sforzo troppo alto, ma mentalmente non erano ancora pronti a recitare un ruolo da protagonista