La rivoluzione è un lavoro poetico. Sarri la sta compiendo con il suo credo forgiato dai campi in terreno battuto e l’anima sensibile di chi, però, non s’è mai disilluso: «Io ricerco sempre l’utopia nel calcio». Così questo dinosauro (autocit.) ha già riscritto la storia della Lazio. Sessantuno punti in classifica dopo 30 giornate valgono il secondo posto – ora persino considerando la Juventus senza la penalizzazione di meno 15 – e il terzo miglior risultato dell’almanacco biancoceleste, inferiore soltanto al 2019-2020 con Simone Inzaghi e alla stagione 2000-2001 con il duo Eriksson - Zoff (suben- trato il 9 gennaio). Eguagliato Maestrelli nella leggendaria annata 1973-1974 (considerando i 3 punti a successo) e migliorato il dato del 1999-2000 ovvero del secondo scudetto. Ora in tanti si stanno accorgendo del “miracolo” di Maurizio. Anche se al tecnico non lo scalfivano le critiche pungenti di due mesi fa e non lo compiacciono le sviolinate dei tanti che salgono e scendono dal suo carro. Diceva Bukoski, il suo scrittore preferito: «Attenti a quelli che cercano continuamente la folla, da soli non sono nessuno». Invece Sarri sa e sapeva benissimo chi era e dove voleva arrivare, anche quando non lo vedeva nessuno. Ora il traguardo è lì e il Comandante spinge il suo esercito a fissarlo come unico obiettivo: «Tappatevi le orecchie, non pensiamo di essere bravi adesso. Concentrazione massima e attenzione alta sino all’ultimo», il discorso alla ripresa ieri a Formello, con la mente e lo sguardo proiettati già sabato al Torino. Quando mancherà per squalifica Cataldi, che ieri ha finalmente firmato il rinnovo (a 1,5 milioni più bonus) sino al 2028. Al suo posto ballottaggio fra Marcos Antonio e Vecino, che ieri ha lavorato ancora in palestra, ma domani è atteso in gruppo. Chissà se farà prima Casale, anche lui in miglioramento ma ancora alle prese con la gastroenterite del riscaldamento del Picco.

LA META - Gli ostacoli e gli imprevisti (vedi Immobile di nuovo ko) rimangono dietro l’angolo. La Lazio di Sarri deve dimostrare ancora di essere diventata più forte di tutti e tutto. Questo è il salto compiuto nello spirito, che sta mandando Lotito in delirio: «Non è un caso che sia sempre più presente a Formello. Questa squadra mi sta entusiasmando e voglio sostenerla affinché mantenga questo carattere sino all’ultimo. Non devono esserci ostacoli, nessuno deve più mettersi in mezzo, ho ripreso tutto io in pugno». Ieri certificata con un comunicato ufficiale l’uscita della dottoressa Anna Rita Nastri dall’area sponsor, Cristina Mezzaroma continua a sistemare i conti nel centro sportivo. Bianchi ha preso il posto di Bianchessi nel settore giovanile, ma restano in atto movimenti nell’organigramma societario. Lotito non ha ancora presentato il famoso triennale a Tare in scadenza nel 2024, proseguono i nuovi rumors su Accardi o Foggia accanto a Fabiani dg, ma è ancora tutto in ballo. In caso di addio dell’attuale ds, Peruzzi ha dato la disponibilità a tornare al fianco di Sarri, a cui non dispiacerebbe un’altra figura di raccordo. La rivoluzione è a buon punto, mica compiuta del tutto. Il Messaggero/Alberto Abbate

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