Nessuno come lui. Con 990 minuti in campo Romagnoli è il vero intoccabile della Lazio. Il centrale è uno dei pilastri del 4-3-3 di Sarri, ma la luce dei riflettori non gli interessa. Quantità, qualità e applicazine, proprio quello che piace al tecnico visto che non lo toglie mai. È l'unico che finora ha giocato tutti i minuti e poco importa se i picchi della passata stagione sono ancora lontani, tanto Mau parte sempre da Romagnoli e poi sceglie gli altri dieci in formazione. Stavolta è toccato proprio al numero 13 presentare la sfida col Feyenoord in conferenza stampa assieme a Sarri come da protocollo Uefa: «Vogliamo proseguire la striscia positiva di risultati contro una squadra attrezzata e brava, in uno stadio difficile. Dobbiamo essere consapevoli di quello che ci aspetta».

La vera Lazio non è lontana secondo il centrale: «Sappiamo che non abbiamo fatto un grande inizio di stagione e la risalita sarà lunga. All'inizio ci ha frenato più la mancanza di cattiveria che le condizioni fisiche. Abbiamo analizzato i nostri errori, ci siamo chiariti e abbiamo lavorato sui nostri concetti. Il problema eravamo noi». Al De Kuip la posta in palio sarà alta perciò guai a farsi prendere dalle emozioni: «È difficile spiegare cosa si prova a giocare con questa maglia, ma non devo pensarci perché so quanto vale questa partita e so che devo dare il massimo come sempre». A richiederlo è la Champions League: «Questa è la più bella competizione che ci sia perché tutte le partite sono speciali ed è un sogno giocarle. Io cerco di dare tutto quello che ho e penso che chi ha più esperienza come me, Ciro, Pedro e Luis deve essere un esempio per la squadra». Da vero leader il centrale non fa drammi per i tanti gol subiti finora: «Sappiamo che in fase difensiva non abbiamo fatto un grande lavoro di squadra. Ma noi giorno per giorno ci alleniamo al massimo per concedere e subire il meno possibile dagli avversari». Riuscirci al De Kuip sarebbe l'ideale. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

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