Giocare meglio dell'avversario non è una condizione necessaria per vincere e soprattutto non è sufficiente. Inizia così l'analisi de La Gazzetta dello Sport in merito alla partita di ieri tra Torino e Lazio. I granata hanno dominato per 50 minuti, creando tantissimo e non concedendo nulla. Alla prima disattenzione, ecco la Lazio che riesce a colpire e qualche minuto dopo raddoppia, chiudendo una partita difficile sullo 0-2. Prima Guendouzi insacca il diagonale del vantaggio e poi Cataldi disegna una traiettoria perfetta che bacia il palo e si conclude in rete. Il Toro ci ha provato 24 volte, ma solo in 5 ha trovato la porta. E così la Lazio porta a casa questi tre punti venuti fuori dal nulla creato nel primo tempo e dal poco fatto nel secondo. 

DOMINIO GRANATA - Sarri è stato in difficoltà tattica per gran parte della partita. Il Toro non ha fatto giocare la Lazio, faceva girare la palla coi tempi giusti e ha gestito bene il possesso. La squadra di Juric ha cercato più volte la profondità con Bellanova, che sovrasta Hysaj e dunque costringeva Felipe Anderson e Luis Alberto a intervenire, seppur senza le caratteristiche adatte. Dai piedi del difensore sono nate diverse occasioni, mai sfruttate per sfortuna (palo), imprecisione e bravura di Provedel. La Lazio non riesce a organizzarsi e subisce il gioco del Torino. 

IL COLPO DELLA LAZIO - A inizio ripresa Sarri cambia Hysaj con Lazzari, spostando Marusic su Bellanova, seppur senza successo. Al 50' ecco il primo tiro della Lazio che si trasforma in gol: Ilic si perde Guendouzi che si infila senza palla in area e trasforma l'assist di Luis Alberto, complice la scarsa reattività di Milinkovic. Qualche minuto dopo è stato il turno di Cataldi, sempre imbeccato dal Mago, che mira e pesca l'angolino. Qui termina la partita, perché dopo il doppio gol il Toro, stanco, perde un po' di convinzione. Si risveglia nel finale quando Zapata fa espellere Gila. 

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