La Champions League ha solo anestetizzato la crisi della Lazio? Perché, se come sostiene Sarri, quella europea è sempre una parentesi isolata per blasone e motivazioni, la gara di oggi all'Olimpico contro l'Atalanta (ore 15) allora è già da considerarsi una sfida da dentro o fuori. Impossibile però pensare che il gol di Pedro allo scadere a Glasgow non abbia restituito spregiudicatezza ed entusiasmo a una squadra sfiduciata da un rendimento in Serie A fin qui mai all'altezza. La Lazio cerca ancora la chimica in quel campionato che la vede fortemente in ritardo, vuole tirarsi fuori da una posizione disperata di classifica così da accorciare di conseguenza sulle dirette concorrenti per un posto anche nella prossima edizione di Champions.

Tra queste c'è la Dea: perdere vorrebbe dire vederla scappar via a nove punti, sarebbe deleterio anche alla vigilia di una sosta che a quel punto diventerebbe mentalmente insostenibile. Sette punti in altrettante partite per Sarri, sette come i gol segnati da un pacchetto offensivo in affanno e tornato a risplendere solo grazie alla magia di Pedro in pieno recupero in Scozia. Lo spagnolo spera oggi nella prima volta da titolare, è ballottaggio aperto con Felipe Anderson, unica voce di una vigilia meno tesa ma dal ritiro comunque obbligatorio per tutti: "Vincere in quel modo a Celtic Park ci darà una spinta in più - ha giurato il brasiliano -. Loro sono molto aggressivi, giocano a tutto campo e uomo contro uomo. Li conosciamo bene. Sono sicuro che Sarri ci aiuterà a fare una grande partita. Quella dello scorso anno fu una gara da squadra, muovemmo la palla velocemente, come ci chiede sempre il mister. Per giocare da punta ho avuto la fortuna di imparare da Immobile i movimenti giusti per aiutare la squadra". Tra le soluzioni provate nella rifinitura da Sarri c’è stata anche quella di Anderson falso nueve, anche perché Ciro è alle prese con un forte affaticamento che gli è costato pure la Nazionale di Spalletti. Alla fine dovrebbe spuntarla nuovamente Castellanos, una settimana dopo la prima titolarità di San Siro: l’argentino fin qui ha garantito sacrificio e carattere, le ha giocate praticamente tutte da subentrato, ora sogna il primo timbro per provare a ribaltare delle gerarchie in attacco mai così in discussione. Le perplessità di Sarri ruotano ancora intorno al centrocampo: il terzetto in mediana cambia continuamente da cinque gare consecutive, prosegue la sperimentazione alla ricerca metodica del giusto equilibrio. Con Luis Alberto come unico elemento di continuità, il resto sono staffette continue che oggi potrebbero premiare Vecino e Rovella. Ma non c’è più spazio per vedere due versioni di Lazio, quello dell’Olimpico è un checkpoint decisivo per delineare ambizioni e obiettivi non più rimandabili.

Lo riporta TuttoSport.

8° SERIE A | LIVE LAZIO-ATALANTA 3-2 (5' Luis Alberto, 12' Castellanos, 32' Ederson, 63' Kolasinac, 83' Vecino)
La Repubblica | Expo 2030 sulle maglie biancocelesti già il 21 ottobre contro il Sassuolo