Il battesimo Chamopions della Lazio finisce nel modo più assurdo. Con Ivan Provedel a staccare sull'ultimo pallone della partita, regalando l'incornata che fa esplodere i 50mila dell'Olimpico. La clamorosa beffa per Simeone, avanti 1-0 grazie al gol di Barrios (viziato da una decisiva deviazione di Kamada) arriva nel recupero grazie al colpo di testa del portiere laziale. Proprio quando alla squadra biancoceleste sembrava restare solo un pugno di rimpianti, ecco che svetta l'uomo coi guantoni a siglare un preziosissimo 1-1 finale.

Chi si aspettava una reazione dalla Lazio era stato accontentato, anche se le statistiche stavano per condannare una squadra alla quarta sconfitta in cinque gare. La prestazione biancoceleste è sempre stata da Champions: pimpante, aggressiva e propositiva fin da subito, unico modo per provare ad aggirare il muro eretto da Simone. Rafforzato dalla presenza di Witsel, in epoca centrocampista e ieri schierato centrale in una linea difensiva a cinque. Filosofia Cholista, capace di accendere i propri talenti all'improvviso, dopo una serie di incalcolabili minuti spesi a fortino della propria porta. E se Griezmann perdona in contropiede, è il piedone di Kamada a fare la differenza nel punteggio e nel momento migliore per Sarri. La zampata del giapponese cambia la traiettoria del tiro da lontano di Barrios, beffando inevitabilmente un Provedel inoperoso fino a quel momento. Perché soltanto un minuto prima l'Olimpico era sobbalzato su una giocata deliziosa di Luis Alberto, girando al volo un cross di Marusic e accarezzando il palo di Oblak. La strategia laziale, almeno all'intervallo, è un osso durissimo per gli spagnoli, ingabbiati dalla gestione del possesso in mano a Vecino e infilzati dagli sprint di Zaccagni e Luis Alberto. Anche a inizio ripresa l’unico squilibrio è rintracciabile solo guardando il punteggio, dettaglio non da poco in una Champions spesso giardino di casa per i madrileni di Simeone. Abituati a respingere la frenesia di squadre come la Lazio, tutto cuore e a cui manca solo la stoccata. Quella che non riesce clamorosamente a Immobile al 55’, quasi incredulo nel ritrovarsi da solo in area con la porta spalancata dopo un regalo di Oblak a Felipe Anderson, tanto da spararla addosso allo stesso portiere sloveno. È da qui che la partita si fa ancora più frizzante, con occasioni a grappoli e conclusioni imprecise. L’attitudine dell’Atletico cambia solo nel finale, approfittando di una Lazio con residuo carico di benzina, salvata dal palo di Morata e dall’uscita a valanga di Provedel su Lino. Prima che il portiere laziale si trasformi in Superman, eroe di una notte di ordinaria follia. Ma finalmente dolcissima per il po-olo biancoceleste. TuttoSport/Francesco Tringali

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Lazio, Provedel nella storia: il dato