AURONZO Salvatore della patria sino a Berlino, ora anche della Lazio. Il "vecchio" volto di Zaccagni sembra l'unica garanzia per un popolo travolto dall'incertezza del futuro. Con una pennellata al 98' contro la Croazia aveva fatto sperare tutta Italia, ora i tifosi biancocelesti si aggrappano a uno dei pochi big rimasti a Formello. 

Il nuovo 10 dela Lazio

Anzi, a sorpresa ad Auronzo: Mattia ha interrotto prima le ferie post-Europeo, giovedì si è presentato in anticipo sotto le Tre Cime di Lavaredo. Ha trascorso una settimana a casa a Bellaria, poi è tornato nella Capitale ed è stato travolto dal secondo furto. Niente vacanze esotiche o mondane quest'anno, la moglie Chiara è incinta, c'è la secondogenita in arrivo. Ecco perché Zaccagni ha continuato ad allenarsi e poi ha deciso di catapultarsi in ritiro. Ha capito il momento, vuole scongiurare gli infortuni (specie alla caviglia) dello scorso anno, inserirsi in pianta stabile nel nuovo 4-3-3 o 4-2-3-1, mettersi sulle spalle la Lazio. A proposito: in famiglia avevano votato la maglia per la prossima stagione, per scaramanzia aveva vinto la numero 20 (ora presa da Tchaouna), ma Mattia è pronto a prendersi la 10 che fu di Luis Alberto, dopo il mancato arrivo di Greenwood. Se l'è conquistato con quella pennellata all'incrocio applaudita pubblicamente - e con un messaggio privato - dall'idolo Del Piero.

LA FASCIA

Sempre più simbolo biancoceleste, Lotito vuole responsabilizzarlo dopo l'eurogol, simile a quello del derby da lui predetto e premiato poi con un rinnovo (sino al 2029) top: «Zaccagni è il nostro campione, già una bandiera, un ragazzo splendido e si merita tutto quello che sta vivendo. È l'orgoglio della Lazio in azzurro», le congratulazioni fatte già a giugno. Alla società non dispiacerebbe nemmeno fosse lui il capitano dopo l'amico Immobile (ieri ufficializzato a Istanbul), ma questo nodo verrà sciolto da Baroni solo dopo il ritiro, quindi anche dopo l'ultima amichevole contro la Triestina di domani pomeriggio alle 18. Nell'ultimo test Romagnoli si era legato la fascia al braccio, con una commovente foto ricordo (di spalle, col numero 13 di Nesta) immortalata sui social della Lazio. Alessio non si candida, ma è un candidato, specie dopo la pace avvenuta con Lotito. Cataldi sarebbe l'erede naturale (per anzianità) di Ciro, ma non è un titolare e soprattutto per il presidente è sul mercato, nonostante le smentite dell'agente Riso. Addirittura se Danilo uscisse, il club starebbe meditando di trattenere Akpa Akpro (è piaciuto sotto le Tre Cime di Lavaredo). Sono tornati a Roma gli esuberi Fares e André Anderson, intesa per Marcos Antonio col San Paolo (a 5 milioni, l'obbligo di riscatto). Cancellieri piace al Rennes, Zaccagni non ha un vice e la Lazio punta Laurienté del Sassuolo: c'è la disponibilità del francese, già una base d'accordo da 1,5 milioni a stagione con l'esterno. Manca ancora l'offerta da circa 11-12 milioni, ma arriverà al club emiliano che ne chiede però 15 più bonus. Fabiani non ha fretta di affondare il colpo.
Il Messaggero 

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