Ora Lotito vuole i risultati. Il presidente della Lazio è tornato a parlare degli investimenti fatti in particolare, nell’ultima sessione di mercato. «Abbiamo saputo fare scelte che penso e mi auguro possano premiare alla fine del campionato». Il messaggio per Sarri è chiaro: ora che i giocatori ci sono bisogna centrare gli obiettivi. Al mantra “non vendo sogni, ma solide realtà” il numero uno biancoceleste stavolta ha aggiunto: «In campo non ci vado io, ma penso di aver messo il club nella condizione di essere competitivo». Il monito quindi è anche per i calciatori, chiamati a ripagare sul terreno gli investimenti fatti dalla società, per lottare alla pari con le dirette concorrenti.

Di una cosa Lotito è molto fiero: aver trasformato la Lazio in un punto di arrivo. «Normalmente i nostri calciatori erano oggetto di attenzione dei grandi club che poi li acquistavano. Oggi viceversa è anche la Lazio che compra dalle grandi squadre». Rovella e Pellegrini dalla Juventus sono solo gli ultimi esempi di quest’anno, del raggiungimento di un obiettivo dichiarato sin dai suoi primi anni di presidenza. «Non siamo più una Cenerentola. Siamo credibili e questo significa che il nostro progetto di crescita sta prendendo corpo».

Per completarlo definitivamente servirà lo stadio di proprietà. Un tema sul quale Lotito continua a lavorare, anche se lontano dai riflettori rispetto ai dirimpettai della Roma. «Non è questione di chi fa prima. Sto lavorando per dare alla Lazio e alla collettività, spero in breve tempo, una struttura che sia la casa dei biancocelesti». E sull’eterna questione dello Stadio Flaminio ha lasciato spiragli aperti: «È una delle ipotesi».

Sul mercato intanto è arrivato il comunicato del prestito di Fares al Brescia. Partenza col botto degli abbonamenti Champions: 8.200 tessere nei primi due giorni. 29.800 invece quelli per il campionato. La Repubblica/Tommaso Fefè

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