Il Tempo | Lazio, troppi rinvii: il futuro è adesso
Basta rinvii, basta mettere la polvere sotto il tappeto e posticipare alcune scelte fondamentali per il futuro. Il modus operandi non cambia, siamo arrivati ad aprile senza avere certezze. A cominciare da Sarri che l’altro giorno ha visto Lotito senza novità di rilievo per quanto concerne il suo rinnovo fino al 2025 annunciato alla cena dello scorso Natale dal presidente. Anzi, da amore incondizionato, si è passati a una vigile attesa quasi che la qualificazione alle prossime coppe europee fosse un elemento decisivo per andare avanti nel progetto cominciato la scorsa estate. Dubbi alimentati da un derby perso malamente e da una posizione in classifica malinconica che non lascia più spazio al sogno Champions. Per carità, la società ha tutto il diritto di giudicare il lavoro di Sarri anche con i risultati ma sarebbe delittuoso arrendersi prima di cominciare la rivoluzione. E poi, tecnico a parte, ci sono tanti altri nodi da sciogliere legati anche alla scelta dell’allenatore. Ad esempio molti giocatori andranno via a parametro zero e bisognerebbe provare a chiudere in fretta per altrettanti senza pagare il cartellino (Romagnoli, Vecino, Mertens, solo per citarne alcuni). Sono stati indicati da Sarri ma è questo il momento decisivo per chiudere e, invece, è tutto bloccato. Senza motivo apparente, così come bisognerebbe annunciare il prolungamento del contratto del diesse Tare piuttosto che quelli relativi ad altri settori importanti del club. Il futuro della Lazio è adesso, servirebbe il Lotito decisionista di una volta, quello con le idee chiare. Temporeggiare non serve a nulla se non a rimandare scelte necessari per tornare a sognare traguardi che, al momento, sono preclusi. La strategia usata finora ha portato buoni risultati ma, per farli diventare migliori, c’è bisogno di cambiare passo, fare investimenti e soprattutto scegliere gli uomini a cui affidarsi. Il Tempo/Luigi Salomone