Sarri lunedì è stato messo con le spalle al muro insieme a tutto lo spogliatoio dalla società: "Abbiamo perso contro l'ultima in classifica, ora basta. Se qualcuno pensa che il tecnico venga esonerato si sbaglia, perché il fango lo mangiamo tutti insieme adesso, me compreso. Io devo preservare quei 6-7 che ci mettono il sangue. Lì è la porta, per chi non vuole farlo.", sono state le parole del ds Fabiani.

E' come se molti avessero dato tutto, visto il secondo posto dell'anno scorso come uno scudetto, se lo siano cuciti al petto e senza Milinkovic o altri rinforzi veri abbiano appeso gli scarpini al chiodo. Ormai la vecchia guardia sta tradendo, Sarri è d'accordo: "Non ci sono più vecchi e nuovi. Faremo le scelte, senza nessuna remora, su chi sta meglio. Non conta più la tattica e io non cambio modulo. Sarei ancora in Eccellenza toscana se avessi ascoltato queste chiacchiere da bar in passato."

Lunedì c'è stato un confronto anche tra gli stessi giocatori e Sarri. Da fuori si dice che la manovra è ormai prevedibile e tra le righe lo fa capire pure Pedro: "Noi attaccanti dobbiamo migliorare, essere più aggressivi e ritrovare la porta, ma forse è anche una questione di gioco. Contro squadre meno blasonate non abbiamo lo stesso rendimento, non  riusciamo a prendere la partita in mano. Ci manca la fiducia, ma tutto dipende dai risultati che non arrivano."

Il calciatore, comunque, è sempre dalla parte del mister: "Sarri è un allenatore speciale, un perfezionista che vuole sempre fare il salto. Siamo tutti al suo fianco e gli auguro di rimanere per tanto tempo qui per il bene della Lazio. Invece io penso a finire bene questo anno di contratto e poi vedremo."

Il Messaggero  
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