“Alla Lazio l'area scouting sta nascendo ora, fino a poco tempo fa era uno dei pochi top club senza. Gli Scudetti di Milan e Napoli sono figli del lavoro degli scout, che hanno preso giocatori come Leao, Theo, Kvaratskhelia. Il mercato va fatto così, la Lazio invece ha sempre fatto operazioni particolari". L'ex collaboratore di Sarri, Fabrizio Ferrari, adesso collaboratore del Daily Mail e direttore di Allenatore.net, a TuttoMercatoWeb.com commenta la stagione della Lazio e le prospettive di mercato del club biancoceleste. Il risultato più importante del lavoro di Sarri alla Lazio? "L'unità di intenti. Non puoi tenere difesa alta se non c'è unità di intenti. Che è alla base di tutto. Penso anche al fatto che Luis Alberto abbia capito che la giocata facile era più fruttuosa rispetto a un colpo spettacolare. Cosa che Milinkovic per esempio non credo abbia compreso fino in fondo. Ricordo molte giocate in cui ha perso palla per fare cose difficili, consentendo agli avversari di ripartire in contropiede. Non sarebbe un disastro se non rimanesse con Sarri, a patto che ovviamente venga sostituito. Un po' quello che successe con Acerbi, che non aveva sposato il piano di Sarri. Al suo posto sono arrivati Casale e Romagnoli". Quale sarebbe il profilo migliore per sostituire Milinkovic? "Uno potrebbe essere Zielinski. Ma il Napoli ha dimostrato che la forza di un club è anche quella di saper scegliere profili poco conosciuti (e quindi meno costosi) sbagliando poco.

Berardi che acquisto sarebbe? "E' un giocatore importante, una garanzia. Alla Lazio servono 2-3 certezze e poi possono arrivare anche alcune scommesse. L'unico dubbio è il suo carattere. Per esempio ricordo che l'Inter scelse Politano a suo tempo proprio per questo motivo. Mi auguro che sia migliorato, così mi dicono". Quale deve essere l'obiettivo della Lazio il prossimo anno? C'è la Champions... "Deve fare il percorso che fece l'Atalanta. La Lazio ha anche più blasone. Il primo anno in Champions la Dea investì su due giocatori, Muriel (20 milioni) e Malinovskyi (13,7, spendendo parte del budget acquisito dalla qualificazione alla Champions. Poi l'anno dopo ha confermato la sua presenza in Champions e così ha proseguito con Pasalic (15), Miranchuk (14,5) e Lammers (10). La Lazio non deve pensare di andare avanti in Champions, deve dare priorità al campionato: per crescere è fondamentale rimanere ancora tra le prime quattro in classifica e fare la Champions più anni consecutivi". Lo hai visto cambiato Sarri? "In campo mi sembra sia sempre lo stesso. Anche a livello di comunicazione non è cambiato. Usa le conferenze stampa per mandare messaggi, non per rispondere ai giornalisti. Se una cosa non gli sta bene, la dice. Forse rispetto al solito ha fatto meno gol su palle inattive, un aspetto che ha sempre curato tanto. Era successo la stessa cosa alla Juventus, ma lì era molto seguito. Non ha avuto una società che lo ha appoggiato, nonostante abbia vinto comunque lo scudetto. E poi abbiamo visto come è andata la squadra dopo il suo esonero. Ricordo ancora alcuni titoli di giornale sui suoi successori...". TuttoMercatoWeb/Riccardo Caponetti

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