Come riportato da Il Messaggero, Expo 2030 può finire sulle maglie vergini della Lazio. È la contromossa del patron, suggerita da tifosi biancocelesti, per contrastare l’ufficializzazione dell’accordo tra la Roma e Riyad Season (biennale da 25 milioni di euro), recepito come uno schiaffo dal sindaco Gualtieri, a meno di 60 giorni dal pronunciamento dei 180 membri del Bureau International des Expositions sulla sede di Expo. Il principale competitor della Capitale in Arabia Saudita sarà pubblicizzato dal club giallorosso.

La Lazio invece non ha ancora trovato un brand in grado di valorizzarne il marchio e allora decide di correre in soccorso del Campidoglio, come riportato dalla nota diramata ieri sera da Lotito, tramite il nuovo responsabile della comunicazione, Stefano Di Traglia (ex portavoce Bersani), di cui ormai manca solo l’ufficialità e l’annuncio. L’offerta della Lazio però ha un prezzo, bisogna sedersi a trattare a un tavolo. Il numero uno biancoceleste potrebbe pure concedere la pubblicizzazione gratis sulle proprie casacche, magari in cambio di altro. C’è sempre il tema stadio, il Flaminio o i terreni sulla Tiberina sullo sfondo. L’iniziativa ha anche un valore politico all’interno del suo partito.

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Ecco la scossa di Lotito fuori dal campo, dopo quella data a Glasgow dal suo pupillo Pedro con il diciassettesimo centro in Champions (15 col Barca, 1 con Chelsea e il primo dal suo sbarco a Formello), appena uno in meno di quanti ne abbiano segnati insieme (18) tutti gli attuali compagni della Lazio. «Io non sono come la Roma si sia lasciata scappare questo fenomeno, un campione vero», ripete il patron. Per questo a giugno ha deciso di rinnovare il contratto scaduto di un anno (addirittura con opzione per quello successivo) a questo terribile vecchietto. Le caviglie però lo tormentavano da troppo e la società ha pure pensato di aggiungere un esterno nell’ultimo giorno di mercato. Ora il 32enne Lorenzo Insigne si propone da Toronto, ha detto a Sarri d’essere disposto a decurtarsi l’ingaggio pur di raggiungerlo, ma Pedro deve fargli posto e non sembra intenzionato a raggiungere Tenerife a gennaio: «Non voglio andare via. Ora sto bene e voglio restare qui. Spero di giocare di più, lavoro per essere titolare ogni giorno, ma poi decide il tecnico».

Foto Fraioli

Quasi un anno fa, il 23 ottobre a Bergamo, i biancocelesti giocarono una delle migliori partite dell’era Sarri con il tridente leggero: il trottolino Pedro sfornò l’assist per l’1-0 di Zaccagni, Felipe firmò il 2-0. Chissà che il tecnico non possa riproporre lo spartito oppure togliere un esterno appannato. Pedro ha riportato quella personalità mancante a una Lazio che, guarda caso, ha rimontato a uno svantaggio in trasferta dopo un anno e mezzo (30 aprile 2022, Spezia-Lazio 3-4): «Domenica sarà un partita molto difficile. Ci serve continuità di risultati, ritrovare la fiducia e l’entusiasmo dell’anno scorso». Guai però ora a montarsi la testa, serve concentrazione nello spogliatoio, infatti domani a pranzo rimane obbligatorio il ritiro a Formello.

 
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