CorSera | I biancocelesti non sfondano, i lombardi decimati reggono
I confronti tra Lazio e Atalanta sono storicamente carichi di tensioni e gol, invece nel primo tempo non c’è nemmeno un tiro, né in porta né verso le porte. Gasperini, al quale mancano centrocampisti e attaccanti, mette là in mezzo proprio Scalvini; lo contrappone a Milinkovic-Savic, al quale fisicamente tiene testa, e limita il serbo. Sarri non ha niente da Felipe Anderson né da Immobile, solo Zaccagni e un po’ Hysaj provano a affondare sulle fasce, senza successo. Piccoli, l’altro giovane, tenta di farsi largo, ma Miranchuk lo abbandona a se stesso. Zero di tutto: quasi scontato.
Il palo di Zaccagni al 19’ della ripresa – controllo orientato e tiro al volo, il colpo più bello della partita – accende almeno un po’ la contesa. Anche perché la stanchezza cresce, le squadre si allungano, l’Atalanta continua a perdere pezzi (si fa male anche Miranchuk). Gasp se ne inventa di tutte: Mahele, appena guarito, in mezzo al campo, poi Pezzella trequartista, infine i ragazzini e quasi le barricate. Stupisce l’incapacità della Lazio si creare una sola manovra d’attacco. E i tifosi, pochi ma arrabbiati, salutano chiedendo acquisti: «Lotito, caccia li sordi». Corrieredellasera.it