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A riposo forzato. Tradotto, fermato per almeno un mese, come già successo dopo Juventus-Bologna (svista su Illing jr-Ndoye) a inizio campionato. La direzione di Lazio-Milan da parte di Di Bello mette in imbarazzo l'Aia, e soprattutto il designatore Rocchi, che avrebbe informalmente fatto recapitare le scuse a Formello. Non per il rigore non concesso sullo scontro Maignan-Castellanos (su quello resta l'assoluzione del giudizio), ma su tutto il resto di un arbitraggio disastroso. Manca un doppio giallo a Florenzi, un'ammonizione ad Adli e Giroud, per tutti e tre sarebbe stato rosso. Non è stato fermato il gioco su Castellanos sanguinante, con la complicità del quarto uomo (anche Sacchi sotto processo insieme al Var Di Paolo), così Pellegrini è stato espulso. C'è persino un fallo eclatante di Thiaw su Immobile, nell'azione del gol di Okafor. Adesso di fronte a questo horror, se non lo ammettesse anche l'Aia, sia pure in silenzio, aumenterebbe il sospetto del dolo contro la Lazio. Anche perché rimangono troppi episodi della categoria contro i biancocelesti da inizio campionato, non ultimo Maresca nel ko col Bologna (mancata espulsione di Fabbian, decisivo nel ribaltone per 1-2) che ha portato alla squalifica del ds Fabiani con un mese di stop. Invece, ora, il problema può essere solo Di Bello, con tutti i suoi terribili precedenti con il club capitolino.
 

DA FALQUE A STROOTMAN

Bastava spulciare il suo curriculum per non designarlo per l'incontro. Già a Cagliari (il 10 febbraio, vittoria 1-3) Di Bello aveva estratto due cartellini chirurgici ai diffidati Romagnoli e Vecino. Il 21 ottobre a Reggio Emilia aveva espulso Provedel per aver bloccato il pallone fuori dall'area, prima che il Var lo riportasse indietro. L'8 aprile 2032 (Lazio-Juventus, 2-1) aveva convalidato il pareggio irregolare di Rabiot e non ravvisato un rigore di Cuadrado su Zaccagni, senza considerare il mancato rosso a Locatelli su Milinkovic falciato. Stesso big match il 20 novembre 2021, più che dubbio il rigore sul contatto Cataldi-Morata per il successo bianconero. In Napoli-Lazio (5-2, 22/04/21) al brindisino era sfuggito in fallo di Hysaj su Lazzari e lo stop di mano di Mertens sul raddoppio partenopeo. I più grandi scandali riportano però quasi sette anni indietro: Lazio-Torino (1-3) del 12 dicembre 2017, Giacomelli non veniva richiamato al Var da Di Bello su un fallo di mano di Iago Falque, ma solo per l'espulsione di Immobile dopo il faccia a faccia con Burdisso. Pochi mesi prima, il 21 maggio contro l'Inter, l'arbitro aveva negato due rigori (il secondo netto di Medel) a Keita, poi espulso. Infine, nel derby (1-3) del 30 aprile 2017, era sembrato incredibile il penalty per la simulazione di Strootman sul mancato contatto con Wallace, concesso da Orsato: in epoca pre-Var, l'arbitro di linea Di Bello, a pochi metri, lo aveva suggerito.
 

LE SANZIONI MARTEDÌ

Con Lazio-Milan si chiude un cerchio. Anzi, no. Perché, oltre la beffa, è forte il rischio di un ulteriore danno. Undici ammoniti e tre espulsi per la Lazio. Il giudice sportivo Mastrandrea emetterà solo dopodomani le squalifiche, ieri non gli era ancora arrivato il referto di Di Bello. Solo da quello dipenderà quale pena sconteranno Marusic e Guendouzi con il rosso diretto: il montenegrino rischia 2 giornate per espressioni "ingiuriose e irriguardose verso l'arbitro". Per condotta violenta il regolamento prevede 3 giornate, ma in un'azione di gioco si è già sceso a 2, considerandolo solo un gesto di reazione antisportivo. Sarri, ammonito, sarà squalificato contro l'Udinese lunedì all'Olimpico. Dal parapiglia finale (gestito da lontano dalla terna) potrebbero venir fuori altro. Scongiurato per fortuna il contatto Immobile-Okafor, col capitano furioso

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