Tiribocchi su Sarri e la Lazio: “La società non lo ha messo nelle migliori condizioni per rendere. Il non-mercato sintomo di poca fiducia nel mister”
Simone Tiribocchi, ex attaccante di Lecce e Atalanta tra le altre, si è espresso riguardo il momento difficile che sta vivendo la Lazio e il suo mister Maurizio Sarri ai microfoni di TvPlay. Queste le sue parole:
“Il suo calcio non è al tramonto, mi sembra eccessivo affermare tutto ciò. Io credo che la Lazio nella passata stagione sia andata sopra alle aspettative e di conseguenza quest’anno era impensabile fare meglio. In questo campionato ha difficoltà a creare gioco e in più non ha la difesa della scorsa annata che insieme alla Juventus si era contraddistinta per essere tra le più solide. Il gioco di Sarri è molto codificato e devi stare al 100% fisicamente tutta la squadra. Se hai qualche giocatore sottotono è evidente che poi si perdano le distanze in campo e non ha più la lettura individuale nel ruolo, ma hai solo un reparto che non lavora per bene visto che lui lavora solo di reparto. In ogni caso non è un percorso finito, ma è evidente che ad oggi sta avendo grandi difficoltà. La fase realizzativa non è prolifica perché togliere fantasia e vivacità agli attaccanti alla lunga può penalizzare e in più non ha quella solidità difensiva della scorsa stagione”.
Sul mercato: "La mancanza di acquisti a gennaio mi fa pensare che non ci sia più fiducia nell’allenatore, che si arrivi a fine anno e si cambia. Credo che ci sia poca stima reciproca tra mister e società, una piccola frattura. E’ la settimana che conta. Se io compro giocatori importanti si alza il livello durante gli allenamenti e aumenta la competizione, mettendo in discussione anche tutti coloro che magari ad oggi si sentono titolari indiscussi e non danno il 100%. Da tre anni la Lazio è grossomodo sempre la stessa e credo che lavorare durante la settimana costantemente nello stesso modo e con le stesse idee rischia di far calare un po’ l’attenzione. Lo staff però dovrebbe dare sempre input nuovi per tenere alta l’asticella ed evitare che si crei quella pigrizia mentale”.