L'ex difensore della Lazio, Sebastiano Siviglia, è intervenuto quest'oggi ai microfoni di Radiosei. Queste le sue parole, riportate da Radiosei.it, in vista della Supercoppa Italiana, ma anche su Sarri e sulla Lazio attuale:

“Questa Supercoppa Italiana mi fa tornare alla mente la finale vinta a Pechino nel 2009, l’associazione è spontanea anche se i rapporti di forza che intercorrono tra le due squadre ora è minore rispetto alla gara che abbiamo avuto modo di vincere contro l’Inter di Mourinho.

Quella era una grande squadra e la nostra fu una prestazione importante e fortunata soprattutto perché abbiamo avuto la capacità di partire forte con i due gol di Rocchi e Matuzalem. Ricordo che sul finire della partita è stata anche una battaglia, oltre che con l’avversario, anche con l’arbitro Morganti. L’ho pressato più volte sperando che fischiasse la fine del match il prima possibile (ride, ndr). Fu una grande gioia ed oggi a distanza di 15 anni la ricordiamo perché quello che resta alla fine sono i successi ed i trofei vinti. Ha ragione Sarri quando definisce ‘non sport’ questa edizione della Supercoppa Italiana, è l’emblema di scelte politiche che vengano fatte per permettere ai club di incrementare i ricavi visto il momento di difficoltà economica. Lui dice una sacrosanta verità, se vai dall’altra parte del pianeta per giocare una tua gara è una sconfitta e dimostrazione di limiti.

La Lazio ha superato le difficoltà, non sta stupendo dal punto di vista del gioco, ma ha ritrovato compattezza, solidità, il vero segreto dei risultati della Lazio. Arriva a questa finale nel momento giusto, ha ritrovato fiducia ed autostima. Difesa? Gila sta facendo bene, ha qualità fisiche, è determinato, non molla un centimetro, sta crescendo molto. Un giocatore che mi sta stupendo davvero è Patric. Non dimentichiamoci che è un terzino destro, ha acquisito conoscenze, applicazione e continuità. Se sta bene con l’Inter mi affiderei ancora a lui ed a Romagnoli”.

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