Il cambio modulo può essere una soluzione o deriva solo da un ambiente in confusione?
Le ultime tre settimane per la Lazio sono state davvero negative e almeno a livello ambientale si sta vivendo il periodo più buio dell'intera gestione Sarri, nemmeno dopo la sconfitta di Salerno ed il pareggio di Verona si respirava questa aria mesta in città. Dopo gli striscioni e le dichiarazioni della Nord, che hanno individuato nel mister il principale responsabile della situazione, accusato di dare poche motivazioni alla squadra e di essere "ruffiano" nei confronti dei tifosi, l'ambiente biancoceleste si è spaccato ulteriormente. C'è chi pensa che il problema sia Lotito, chi si schiera contro la squadra e chi invece contro Sarri: si rischia di culminare in una guerra fratricida che porta a tutto fuorché al bene della Lazio; in questi casi, come sempre, le colpe sono da spartire fra tutti con percentuali eque, se non si vuole attribuire il 33% di colpe cadauno non si può nemmeno attribuire il 90% ad una componente e il restante 10% da spartire fra gli altri due partiti.
Una soluzione che sembra poter risollevare l'organico secondo alcuni e da quanto emerge potrebbe averlo richiesto anche la squadra è il tanto discusso cambio del modulo, ma è un'ipotesi davvero percorribile? Lungi dal dare risposte certe e sapienziali in un momento di estrema crisi come questo, ci si limiterà solamente a suggerire qualche spunto di riflessione.
Innanzitutto la problematica del modulo, i più attenti ricorderanno, veniva additata anche a Simone Inzaghi nei periodi di scarsità di risultati, ad essere messa sotto accusa a rotazione furono: la difesa a tre, i quinti e l'arretramento di Milinkovic e questo solo riferendosi al più recente allenatore, andando indietro nel tempo gli esempi sono sterminati. Ciò per dire che accusare l'allenatore per il proprio modulo, vero cavallo di battaglia di ogni tecnico con un'identità di gioco, è una battaglia contro i mulini a vento, che porta davvero a ben poco, converrebbe piuttosto ragionare se la squadra sia realmente stanca dell'allenatore e gli eventuali problemi tecnico-spogliatoio.
Non finisce qua, i problemi tecnico-tattici della Lazio in questo periodo sono evidenti, nelle ultime tre partite si registra 1 solo tiro in porta ed 1 sola rete, ma con questi interpreti in questa forma come ci si potrebbe schierare? La risposta più "Sarrista" sarebbe un 4-3-1-2 old-style Empoli, con due punte di ruolo, un trequartista, 2 mezzali e un mediano, ipotizzando tale schema si sarebbe portati a schierare Rovella in mediana con Vecino e Guendouzi ai suoi lati, sulla trequarti Luis Alberto e davanti il tandem Immobile-Castellanos. Se all'apparenza questo cambio possa sembrare naturale e anche percorribile i problemi arriverebbero con le sostituzioni, poiché la squadra è stata allestita su misura per un 4-3-3 avendo il sostituto naturale in ogni ruolo, ma con questo cambio modulo una volta entrate le sostituzioni si tenderebbe per caratteristiche a tornare verso un 4-3-3, con l'esclusione inevitabile di almeno uno tra Isaksen e Zaccagni. Non dimentichiamo che in questa stagione, all'inizio, Ciro e Taty hanno condiviso l'attacco in situazioni di svantaggio, non convincendo però Sarri. La sensazione è che per aspettare un cambio modulo, serva aspettare un cambio alla guida tecnica, se questa davvero deve essere la soluzione a tutti i mali, ma con questo organico pensare ad un cambio modulo nell'11 titolare rischia di creare ancora più confusione, il cambio tattico sarebbe ipotizzabile solo a giugno con una rivoluzione, tenendo solo 4-5 titolari, e soprattutto con una nuova guida tecnica.
Al momento forse conviene sperare che alcuni ricomincino a giocare a pallone come hanno dimostrato di saper fare. Resta il fatto che tutti si aspettano di più da questa squadra, davanti fino a inizi marzo si ha un calendario tostissimo e ad aprile ci sarà un nuovo tour de force che ci vedrà affrontare la Juventus, tre volte in un mese ed in più ci sarà il derby. La Curva Nord si è schierata, l'ambiente è in confusione forse anche più della squadra, le certezze, positive o negative che siano, in questo momento possono arrivare solo dai giocatori e dallo staff tecnico.