Corre sotto la pioggia, si bacia lo stemma, viene portato in trionfo dai compagni. Segna Immobile al 95’ e la Lazio batte la Fiorentina all’Olimpico. Non è uno scherzetto di Halloween, ma un dolce dal sapore speciale. È tornato il Re con un gol scaccia-polemiche e soprattutto prezioso per Maurizio Sarri, che conquista la terza vittoria consecutiva in campionato. «Una notte speciale, ora dobbiamo continuare così», com- menta a caldo capitan Ciro, a quota 197 reti in Serie A. Quando tutto sembrava perso, ecco Immobile che trasforma dal dischetto il rigore guadagnato da Vecino (sì, ancora lui) che di testa trova la mano di Milenkovic.

Dopo le critiche, il sorriso. Non poteva scrivere una favola migliore, il capitano-goleador della Lazio, entrato al 77’ e decisivo all’ultimo istante di gara. Spiazza Terracciano, l’Olimpico esplode e l’arbitro fischia la fine. Sembrava indirizzarsi sullo 0-0 la partita con i viola, bravi a tenere di più il possesso palla. Le occasioni migliori, però, sono della Lazio, che non riesce a superare Terracciano con Felipe Anderson (due volte), Castellanos e Luis Alberto. Sarri sale così a 16 punti, a -2 dal 4o posto che vale la Champions e sorpassa Mourinho a 14. Serviva una vittoria per riscattare la tremenda notte di Rotterdam, è arrivata. Non con un gioco spumeggiante, ma ora a Sarri servivano i punti.

Non entusiasmante la prova di Castellanos, titolare al posto di Immobile. Bravo a pulire i palloni che gli arrivano, ma poco freddo il Taty sotto porta nelle due grandi occasioni (una era in fuorigioco) che gli capitano nella ripresa. Ciro entra nel secondo tempo, a 15 minuti dal termine, accolto dagli applausi del suo pubblico: è il preludio al boato finale. Preludio di quello che accadrà quest’anno, con la costante staffetta tra i due centravanti. E a chi gli chiede come gestisce il dualismo, Sarri risponde così: «Io non sono un gestore, non so come si gestisce. Gioca chi sta leggermente meglio, ora sta leggermente meglio Castellanos ma è chiaro che stiamo aspettando Immobile». Ciro, intanto, è arrivato. Con la speranza che il gol di ieri possa sbloccarlo mentalmente.

Nel prepartita, esposto uno striscione in Nord in onore di Vincenzo Paparelli, il cui ricordo è stato macchiato da alcuni tifosi della Roma sabato al Verano: «Ogni laziale ha il dovere di ricordare, 28 ottobre Vincenzo Paparelli». Venerdì l’anticipo a Bologna. Lecito aspettarsi qualche cambio in più nella formazione titolare, Isaksen e Kamada su tutti, in vista della settimana di fuoco che attenderà la squadra di Sarri, con Feyenoord e Roma prima della sosta. Non per questo però Bologna sarà meno importante: la Lazio non può più permettersi passi falsi in campionato. La Repubblica/Riccardo Caponetti  e Giulio Cardone

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