Come riportato da Il Messaggero, ieri pomeriggio Lotito ha ribadito a Formello che "Come è stato scritto nel comunicato, la nostra è una casa di cristallo. Non ho nulla da nascondere e possono perquisire tutto". Dichiarazioni rilasciate in seguito al sequestro di pc e hard disk e alla clonazione di cellulari nel blitz della Guardia di finanza nel centro sportivo biancoceleste.

La Procura di Tivoli, infatti, ha aperto un’inchiesta nei confronti del presidente, dei suoi dirigenti Tare, Fabiani, Corradi, Moschini e Cavalieri, contesta emissioni di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazioni fraudolente con uso di fatture per operazioni insistenti e false comunicazioni sociali per la Lazio. Gli inquirenti hanno cercato i bonifici delle compravendite con la Salernitana dal 2017 al 2021, ma in realtà sarebbe tutto già certificato e regolamentato dalla Camera di Compensazione della Lega calcio. Se lì il conto è in passivo, c’è bisogno di un versamento o di una fideiussione, altrimenti nessun colpo può essere ratificato.

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Sette “affari” per un totale di appena 22,5 milioni sotto la lente d’ingrandimento, in particolare i 12,7 milioni (plusvalenza da 11,9 ma con un pagamento quinquennale) di Akpa Akpro a destare sospetti. Lotito risponde sempre allo stesso modo: «Ci sono tutti i soldi versati regolarmente anche per Akpa, che è stato pure capitano del Tolosa e in Champions. Non esistono né scambi né plusvalenze fittizie né prezzi gonfiati né compensazione, la Consob ha controllato ogni bilancio. Sembra di stare su Scherzi a parte, davvero». A destare i sospetti del pm Menditto è proprio il ruolo di “doppio proprietario” esercitato dal 2012 al 2021, quando fu costretto dalla promozione nel massimo campionato a cedere il club campano a Iervolino.

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