Il Messaggero | Zaccagni sfreccia in Europa, il papà: "Alla Lazio vuole restare a lungo"
È passato un anno esatto. Domani sera (ore 21) Zaccagni può essere il portafortuna della Lazio. Il 17 febbraio 2022 in realtà la sorte girò male ai fini del passaggio del turno, ma Mattia segnò il suo primo gol europeo. Un gol semplicemente pazzesco, un tacco alla Riquelme (o alla Mancio) sugli sviluppi di un corner allo stadio Do Dragao. Era il ritorno dei play off di Europa League contro il Porto. Da allora Zaccagni insegue ancora il secondo centro. Già, perché nel girone di Coppa di quest’anno, in 315’ è sempre rimasto a digiuno. L’esterno ha già abbondantemente superato il suo personale record in Serie A, con 8 centri è il capocannoniere biancoceleste, ma ora può e deve sbloccarsi in Conference League contro il Cluj e rimettersi sulle spalle la Lazio. Mattia si sente già responsabilizzato. È nel mirino del Psg per giugno, ma sugli spalti a Verona papà Fabio ha assicurato: «Non andrà da nessuna parte perché ama questo club e vuole restarci a lungo». Ora però deve farsi perdonare quel giallo ingenuo di sabato scorso che, per squalifica, gli farà saltare la trasferta di Salerno in campionato. Mattia, al termine del match contro l’Atalanta, era particolarmente dispiaciuto nello spogliatoio, soprattutto per quella parata pazzesca di Musso sul suo tiro a giro. Già, le recriminazioni della Lazio non sono solo sulle occasioni d’oro sciupate da Immobile, ma anche su quel miracolo orobico alla fine del primo tempo.
LE MOTIVAZIONI - Ora però basta guardarsi indietro. Anche Sarri lo ha predicato ieri a Formello. Fra le prove tattiche e la partitella, tutta la squadra riunita a cerchio intorno al tecnico: «In Europa guai a sottovalutare l’avversario, serve una partita vera perché abbiamo visto cosa è successo in passato. Dimostriamo chi siamo», il concetto espresso da Maurizio, che dovrà per forza fare un po’ di turnover e avrà quasi le scelte obbligate fra squalifiche (Luka Romero), infortuni e acciacchi di chi ha giocato tanto. In porta è ancora aperto il ballottaggio fra Provedel e Maximiano, a sinistra scalpita Pellegrini per l’esordio. Al centro della difesa Patric affiancherà Casale, sempre più leader coscienzioso, soprattutto con Romagnoli per due settimane ai box: «Sarri ci fa lavorare in maniera maniacale, per questo chiunque giochi riesce a far bene dietro – assicura Nicolò, da ieri 25enne – ma ora dobbiamo tornare a vincere subito. Un successo contro il Cluj in Conference ci ridarebbe tanta fiducia in questo momento no. Serve l’approccio giusto in Europa e in campionato. Siamo lì e, alla fine, chi sbaglierà meno andrà in Champions».
IL TURNOVER - Bisogna subito cancellare gli ultimi fischi dell’Olimpico, trasformarli in applausi e sostegno. Anche se domani sera (appena 7mila biglietti venduti) lo stadio sarà semi-vuoto. Prezzi alti (60 euro la Monte Mario) o forse anche poca curiosità di vedere in regia Marcos Antonio con Basic (o Vecino) e Luis Alberto: Milinkovic ieri si è allenato, ma dovrebbe essere risparmiato. Davanti Pedro sembra favorito su Cancellieri e Felipe Anderson, Immobile ha bisogno di altri minuti e di sbloccarsi sotto porta per tornare al top. Zaccagni giocherà di certo e deve servirlo: al momento in Europa manca pure un suo assist decisivo. Dall’ultimo contro la Lokomotiv Mosca è passato ormai un anno e mezzo. Il Messaggero/Alberto Abbate