Tare si racconta: "Per Milinkovic è stata rifiutata un'offerta da 100 milioni. Sarri preso per aprire un nuovo progetto..."
Igli Tare, ex calciatore e Direttore Sportivo biancoceleste, ha rilasciato una lunga intervista a TVplay toccando moltissimi temi e trattando molto di Lazio: dal suo rapporto con Lotito, agli allenatori, alle possibili cessioni, fino al suo futuro. In queste dichiarazioni Tare ha avuto modo di svelare molti retroscena e dire la sua visione dei fatti su molte situazioni dibattute in passato, non considerate nel modo giusto a suo tempo.
Ecco tutte le parole dell'ex DS:
Sul suo progetto ideale: “Non è una questione del nome del club, essendo un uomo di mondo non mi spaventa anche il fatto di lavorare fuori dall’Italia. In questi mesi mi sono dedicato completamente a me e alla mia famiglia per recuperare dopo gli anni alla Lazio. Ho viaggiato tantissimo in giro per l’Europa per vedere gli altri campionati, le squadre come lavorano. Mi piace vedere altre culture. Per me l’Italia ha un ruolo fondamentale, ma mi sento pienamente recuperato per un nuovo progetto qui o all’estero”.
Inzaghi-Allegri: “Non mi piace parlare tanto di Simone e penso che lui abbia risposto da solo con il lavoro svolto nella Lazio e nell’Inter e fare paragoni con Allegri la ritengo una cosa ingiusta. Inzaghi è la novità fra i nuovi tecnici in Italia che sta facendo molto bene da anni e che ora sta avendo un percorso più grande e internazionalizzato”.
Pioli: “Nutro grande stima per Pioli perché ci ho lavorato per molto tempo, come uomo è da dieci, come allenatore è costantemente in crescita. Il suo percorso in Italia è stato molto importante grazie anche al lavoro di Maldini e Massara. Penso che il suo futuro sarà legato alla fine di questa stagione, anche perché il Milan resta una squadra da temere sempre”.
Lazio: “Non cambierei niente della mia esperienza alla Lazio perché è stata molto importante, ho avuto modo di essere buttato in acqua senza saper nuotare e ho imparato e anche abbastanza bene. Questo grazie alla fiducia e ai miei collaboratori, non penso di cambiare tanto. Il mio unico rammarico è che non sia stata mai fatta un’analisi fatta bene dalla stampa nelle ultime stagioni di ciò che abbiamo fatto. Mi sarebbe piaciuto però che ci fosse stata un’analisi precisa e non chiacchiere da bar, dai bilanci alle cifre per i giocatori, tutte cose strumentalizzate negli ultimi due anni. Però mi interessava solo il fatto che la Lazio era una grande squadra e anche oggi è una delle più forti del campionato”.
Milinkovic: “Su Milinkovic-Savic sono state dette tante cose non vere, dall’addio a parametro zero al fatto che non volesse rimanere, l’unica cosa vera è che Lotito ha rifiutato un’offerta molto importante, da oltre 100 milioni di euro, da Milan e Manchester United. Non voglio sbilanciarmi sulla mancata vendita, anche se c’era una questione di bilanci, ma le scelte di Lotito erano di mantenere una squadra forte e rispettare le promesse fatte all’allenatore. Non ci dimentichiamo che nell’anno del Covid la Lazio stava per vincere lo scudetto”.
Lotito: "Lotito nel bene e nel male è così, quando è calmo, fermo su determinate situazioni è una persona che dà modo a chi fa calcio di lavorare con serenità, preferisce lavorare più con i fatti che con le carriere. Il tempo sarà galantuomo per tutti quanti, per me ha fatto un ottimo lavoro”.
Sarri: "Sarri non è arrivato in risposta a Mourinho, lo abbiamo preso per cambiare, uscire dalla nostra comfort zone e stravolgere con un progetto nuovo, con un nuovo allenatore. Poi il gioco Sarri-Mourinho fa più comodo alla stampa che a me. Io penso che Mourinho con Lotito avrebbe allenato anche qualche anno in più. Lui è un presidente che, da fuori può sembrare ingombrante, ma da dentro quando si mette in testa una cosa è difficile che la cambi, basta vedere la storia degli allenatori che si sono succeduti alla Lazio”.
E se la chiamasse la Roma? "Preferisco non rispondere...".