Leggo | Bologna-Lazio, da gara della definitiva svolta a incubo
Doveva essere la gara della definitiva svolta ma alla fine si è rivelata un incubo: dopo due vittorie di fila si ferma nuovamente la corsa della Lazio che a Bologna rimedia un sonoro 3-0. Gara senza storia al Dall'Ara, la squadra di Sarri ha confermato di ballare troppo in difesa, di non avere un degno sostituto di Immobile in avanti ma soprattutto di mancare nel carattere. Lenti e impacciati dopo lo svantaggio iniziale, i biancocelesti hanno subìto il raddoppio dopo appena 3' e nella ripresa sono crollati sotto i colpi di un Bologna cinico e spietato. Nel finale poi il pasticcio di Acerbi espulso per proteste, che alla ripresa dovrà saltare il big match contro l'Inter dell'ex Inzaghi. Sembra lontana anni luce la bella prestazione al derby contro la Roma anche se il raddoppio di Theate è la fotocopia del gol di Ibanez che riaprì la stracittadina. Ma a preoccupare è un dato statistico: per la settima volta su 9 gare disputate la Lazio è partita sotto, un problema sul quale Sarri dovrà lavorare parecchio, un difetto di attenzione che potrebbe compromettere la stagione. Il resto lo hanno fatto l'assenza di Immobile sostituito da un evanescente Muriqi (zero tiri in porta) e la scarsa vena dei vari Milinkovic, Leiva e Luis Alberto: era già successo con Inzaghi che senza i suoi tenori la squadra steccasse. Lazio stanca ma Sarri non cerca scuse: «Siamo stati gli unici a giocare 60 ore dopo le coppe, ma non deve essere un alibi. Oltre al calo fisico c'è stato quello mentale sul quale dobbiamo lavorare». Poi svela un retroscena: «Un giocatore mi ha detto che sta qui da sei anni e che ogni volta che la squadra si sente appagata crolla: sarà lunga ma se non lavoriamo su questo aspetto non andiamo da nessuna parte. L'ambiente? Grazie ai tifosi che nonostante fossimo in balia del Bologna ci hanno sostenuto fino alla fine». Leggo\Enrico Sarzanini