Il Messaggero | Lazio, Lotito è pronto: "C'è un progetto per il Flaminio. Non ho mollato"
Altro che colpo di mercato, c’è il Flaminio sotto l’albero. Lotito riprova a stupire tutti i tifosi con un regalo storico, ad effetto: «Non ho mai mollato. Io agisco senza proclami, in silenzio, ho fatto mille rilievi e approfondimenti, senza stare ai diktat di nessuno». Un contatto con l’assessore allo Sport Onorato alla prima dell’Opera, poi venerdì e sabato soprattutto gli incontri decisivi con la Soprintendenza, confermati dal patron: «É vero. E ora, a breve, si potrà avere pure questo incontro congiunto in Campidoglio per capire se la capienza potrà essere portata ad almeno 45mila posti (ne erano stati offerti informalmente 38, ndr), superando ogni antico vincolo come al Franchi. Io, il progetto, ce l’ho chiaro». Uno stadio moderno, polifunzionale, capace di garantire profitti che vadano oltre il singolo giorno dell’incontro. Oltre all’ampliamento, per ospitare – magari un giorno - finali di Coppe europee, sono necessari una copertura e parcheggi adeguati in due zone attigue (già individuate) dell’impianto. Domenica sera persino l’ex presidente Cragnotti gli chiedeva lumi su quest’ennesimo piano romantico e ambizioso: «Sì, e gli ho risposto che è l’ultimo tassello che manca a questa Lazio. Mi sono avvicinato io a Sergio, ma non per i complimenti ricevuti nella vostra intervista di fine agosto, ma perché non ho mai avuto nulla contro di lui e mi ha fatto piacere vederlo. Chiunque ha operato in questo club va ricordato».
FORMELLO E RITIRO - Basta, nessun confronto. Le gesta di Lotito vanno oltre e pr mettono molto altro. Risultati centrati e nuovi traguardi, i lavori sono sempre in corso: «Formello ormai è diventato uno dei primi 4-5 centri sportivi nel mondo, parola del presidente Fifa Infantino, dopo averlo visitato. È chiaro che Sarri non voglia più muoversi da qui, nemmeno per il ritiro. Mica ha torto. Vedremo di conciliare il tutto nella fase finale di dicembre con le amichevoli all’estero». Oggi il tecnico e il suo staff rientreranno nella capitale, domani il raduno del gruppo suddiviso in due giorni di test individuali, prima del ritorno vero in campo. Sarri e Lotito si erano lasciati sabato 19 novembre dopo un vertice insieme al ds Tare, subito dopo pranzo: «Non abbiamo mai fatto alcun patto per comprare a gennaio un giovane terzino sinistro – assicura il presidente – anche perché, lo ripeto ancora, deve uscire prima eventualmente qualcuno da un organico ampio. Kamenovic e Fares? Loro già non giocano...». Palla a Tare, è un altro compito per guadagnarsi anche il suo rinnovo. Il 45% della futura rivendita di Muriqi (Aston Villa e Siviglia bussano con oltre 20 milioni al Maiorca) sarebbe una svolta per eliminare almeno una minusvalenza (dopo Vavro, Durmisi e tanti altri nel più recente bilancio) e sbloccare l’indice di liquidità d’inverno.
MILINKOVIC SHOW - Non si muove ancora nulla su Luis Alberto, per Milinkovic la Juve attende giugno: «Quanto vale dopo il gol fatto al mondiale, il miglior centrocampista d’Europa (13 gol nel 2022, ndr), con una caviglia gonfia? Poi dicono che io sparo...». Lotito non si fa spaventare dalla scadenza nel 2024 e, dopo il mondiale, aspetta una risposta all’offerta di rinnovo a 5 milioni l’anno. Vuole convincere Pedro a restare e premiare Felipe Anderson con un ritocco, dopo aver già blindato sino al 2026 Luka Romero. Poi, i talenti, dovranno tornare ad essere sfornati anche in casa Lazio. In estate il nu- mero ha inserito Fabiani e il figlio Enrico dg fra Primavera e nella Women, già si gode un primo rilancio: «Le vittorie delle donne, i ragazzi a -2 dal primo posto, si vedono pian piano i risultati, una volta fatti i tagli e le scelte con raziocinio». Il futuro è d’oro, ma può ancora legarsi col passato e assumere un volto ancora più maestoso. Sarri fra qualche anno su una panchina del Flaminio intitolato al Maestro. La ricostruzione di un sogno. Il Messaggero/Alberto Abbate