Esame da brividi per la difesa della Lazio. Domani sera, nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, all’Olimpico arriveranno i mostri del Bayern Monaco. La retroguardia biancoceleste dovrà vedersela con gente del calibro di Kane, Musiala, Sanè e Muller, con quest’ultimo che dopo il recente ko in Bundesliga contro il Bayer Leverkusen ha detto che tutta la frustrazione della squadra per la sconfitta sarà sfogata proprio mercoledì, per andare avanti in Europa.

La squadra di Tuchel è ferita e per questo ancora più pericolosa. Sarà una prova di maturità e di solidità mentale in particolare per la coppia Gila-Romagnoli (l’ex Milan poi sarà assente per squalifica domenica in campionato col Bologna). Lo spagnolo è alla sua terza presenza assoluta nella competizione, ma è divenuto ormai un perno fondamentale per tutto il reparto arretrato. Serviranno testa e cuore per fare meglio di tre anni fa, quando i tedeschi chiusero il discorso qualificazione già nel primo tempo con 3 gol (1-4 il finale, poi 2-1 in Germania). C’erano altri interpreti in quella Lazioguidata da Inzaghi e anche un altro sistema di gioco. L’avversario al contrario è temibile oggi come allora, anzi di più. Perché adesso c’è Kane, arrivato l’estate scorsa in Baviera. Anche per questo domani Sarri per proteggere meglio la linea a 4 voleva schierare i tre mediani Guendouzi, Vecino e Rovella, ma quest’ultimo è out per un risentimento agli adduttori.

La differenza stavolta per non sfigurare, sgretolandosi per la tensione dopo pochi minuti, come accadde l’ultima volta, potrebbe farla anche il pubblico (nel 2021 assente per la pandemia da Covid-19). Non ci sarà il soldout, come si sperava, ma sono previsti comunque circa 55mila spettatori (3500 gli ospiti), per un incasso totale di 2.8 milioni di euro. Poche centinaia di posti ancora disponibili in Tribuna Tevere, più ampia invece la rimanenza in Monte Mario, il settore meno pieno. La società punta ad aprire in queste ultime 24 ore prima della gara lo spicchio di Curva Sud ancora non in vendita. La Repubblica

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