A due anni precisi dall'ultimo faccia a faccia, anche in questa circostanza, il tecnico della Lazio Maurizio Sarri apre le porte del suo mondo, della sua casa a Sportitalia. Un colloquio schietto, franco e sincero, come da tradizione con il nostro Alfredo Pedullà. Un modo per raccontarsi in tutte le sue pieghe, sia dal punto di vista professionale che soprattutto a livello personale, con tanto di  riferimenti a mercato, avversari, aspettative e il futuro che verrà. L’ultimo incontro risale al 5 luglio 2021, due anni esatti fa  “Sembra fatto apposta, l’avventura alla Lazio poi è proseguita abbastanza bene quindi speriamo sia un auspicio per i prossimi due anni”. Siamo a bordo piscina, ma sei riuscito a fare vacanza? “Ho fatto un po’ di barca, vacanza e poi sinceramente mi piace anche stare un po’ a casa perché non ci sto mai. Sono stato in Corsica. Navigazione tranquilla? Una prima parte no, come sempre. Ci sono delle zone in cui c’è mare e li sta un po’ più agitato.” Riesce Maurizio Sarri a estraniarsi quando è in vacanza dal mondo del calcio? Tanto tu non ti occupi di calciomercato, il mercato non lo fai tu o almeno non lo avevi mai fatto  “No, questo è un qualcosa che viene fuori alla Lazio, io in realtà mi limito a dire se un giocatore può essere adatto o se non lo vedo adatto al nostro modo di giocare, poi se avessi davvero la possibilità di fare mercato un miliardo di danno a Lotito glielo farei”.  Qualche nome lo faremo, ma il luogo comune è che Sarri stia facendo il mercato, ma tu non sei mai stato un manager, ma ti piacerebbe il ruolo? “No, io sono andato via dall’Inghilterra chiedendo di essere liberato quando ero al Chelsea perché non volevo fare questa figura e li c’era una società senza direttore sportivo quindi venivo troppo coinvolto in cose che non mi piacciono, togliendo troppe energie dal campo”. Oggi è stato il giorno dei calendari, tu dici sempre: “Tanto prima o poi li devi affrontare tutti”, però il prima o poi ti porta a terza e quarta giornata con due trasferte di fila, prima Napoli e poi Juve “Menomale che siamo arrivati secondi. Se fossimo arrivati ottavi ci facevano giocare in deroga a Madrid contro il Real. Il calendario è pesantissimo per quanto ci riguarda, ancora ho dato un’occhiata solo superficiale. Pesante perché nelle prime sette/otto partite affrontiamo quattro grandi squadre. Anche noi siamo una grande squadre quindi meglio prima che dopo? Non lo so, noi siamo arrivati secondi perché abbiamo fatto bene, però non possiamo neanche negare che siamo andati sull’onda di squadre che hanno fatto meno di quello che potevano fare”. L’anno futuro come sarà?Se io ti dovessi parlare da un punto di vista egoistico, dopo aver fatto il secondo alla Lazio darei le dimissioni. Fare meglio? Ci ho pensato ma mi trovo in un ambiente in cui sto bene e mi piacerebbe andare avanti, ma bisogna avere tutta la consapevolezza e ripetersi che sarà estremamente difficile. Il nostro obiettivo è quello di rimanere in Champions e quindi dobbiamo avere la testa alle prime quattro posizioni, ma con la consapevolezza che è difficilissimo”. Però ci sono dei cantieri aperti , molte squadre saranno rivisitate. Il Milan ha perso Tonali, 80 milioni irrinunciabili secondo te? “Tonali per caratteristiche potrà fare benissimo. È cresciuto in maniera esponenziale, va in un grande ambiente. Perché forse in Italia abbiamo le idee confuse. Il Newcastle ha uno stadio e una tifoseria bellissima con una società che sta tornando a molto forte. L’allenatore è di altissimo livello, al momento secondo la mia idea, il tecnico più forte che c’è al momento in Inghilterra”. Il Milan come può ripartire dal centrocampo nuovo?Loftus-Cheek nel periodo in cui ho avuto la fortuna di allenarlo era un crack a livello mondiale. Nella stagione in cui lui ha iniziato ad avere difficoltà, poi ha avuto un crescendo esponenziale e tra campionato e coppa riuscì a segnare 11 reti. Un ragazzo di grande intelligenza e professionalità, se sta bene fisicamente è un giocatore di livello mondiale. Ci ho pensato per la Lazio? Ma è chiaro, ma quando vai a parlare degli stipendi che volano in Premier per noi sono fuori portata”. È la classica mezzala che può sostituire Tonali? "Sicuramente si, qualità fisiche di altissimo livello. Sfortunatamente lui nell’ultima amichevole prima della finale di Europa League si è fatto male al tendine d’Achille e da li ha avuto difficoltà a tornare pienamente in salute. Ma stiamo parlando di un giocatore di livello europeo. Reijnders? Un altro buon affare, io spero che loro ricostruiscano non benissimo. Se fanno tutto quello che si legge in giro fanno una grande squadra. Pioli sta facendo benissimo, l’importante è avere giocatori forti”. Frattesi, Thuram e il guizzo su Onana e Lukaku, in un’ipotetica griglia l’Inter è davanti agli altri? “Vedevo l’Inter davanti agli altri anche l’anno scorso, poi il Napoli ha fatto un capolavoro con un campionato che ha tagliato le gambe a tutti. Ma io sinceramente il centrocampo dell’Inter lo vedo come uno dei più forti d’Europa non d’Italia. Frattesi colpo perfetto per l’Inter? Non lo so, è un grandissimo giocatore in questa stagione ha fatto un passo in avanti enorme. Simile a Barella per caratteristiche però sicuramente è un colpo importante. Perdi un giocatore importante come Brozovic, però rimane uno centrocampi più forte d’Europa”. Che idea ti sei fatto di questa fuga economica verso l’Arabia? E se domani ti offrissero 15 milioni andresti ad allenare in una squadra in Arabia, magari con Ronaldo che chiama per allenare l’Al-Nassr con l’occasione di rivisitare il vostro rapporto? “Io sinceramente qualche offerta l’ho ricevuta. Per il momento sto bene alla Lazio, quindi è inutile parlare di soldi, poi se tra qualche anno non sto più bene qui oppure mi finisce il contratto qualcosa per un anno o due si può prendere in considerazione. Al momento va bene così, sono a due ore di macchina da casa quindi non ho motivazione per prendere in considerazione queste offerte. Koulibaly? È difficile entrare negli interessi delle persone. Per quello che ho letto prende 90 milioni in tre anni, quindi è un qualcosa che deve prendere in considerazione, sistema la famiglia per tre generazioni”. Tu parli del futuro , ma non avevi detto di voler smettere presto perché non ce la facevi più? “Ma è chiaro che il calcio attuale ti porta uno stress superiore a quello di prima, lavori in maniera diversa; in più io personalmente mi diverto un po’ meno di prima. Quando non lavori più sul campo ti finisce la motivazione per cui fai questo lavoro, se io devo fare il regista televisivo e lavorare allo stesso filmato per ore il lavoro diventa diverso. L’anno prossimo si gioca praticamente sempre? Si è vero, stanno facendo annoiare la gente e tra qualche anno guarderanno meno il calcio. In Inghilterra prendono 6 volte ciò che prendiamo in Italia per i diritti televisivi e le partite che ci sono il sabato pomeriggio Sky inglese non le può trasmettere, noi facciamo altre scelte e ci accontentiamo delle briciole. Perché fatturano 6/7 volte ciò che fatturiamo noi. Grandi strutture, mentalità straordinaria e le partite giocate li sembrano migliori a prescindere. 20 anni fa abbiamo preso la strada sbagliata." Ancelotti al Brasile nel 2024... “Ancelotti si meriterebbe di vincere un mondiale, ha vinto tutto e sarebbe una conclusione straordinaria. Io ct? Per il momento non mi ci vedo. Magari tra qualche anno”. Cristiano Giuntoli, conosciamo il vostro rapporto: è l’uomo giusto per la Juve? Io penso sia l’uomo giusto per questo periodo storico. Hanno bisogno di ricostruire qualcosa. Lui è un fenomeno in queste situazioni e quindi credo sia il momento giusto. Purtroppo per noi Lazio rimetterà tutto a posto. Non so con che velocità si approccerà, ma so che riuscirà nella ricostruzione conoscendolo”. Chiesa e Vlahovic stagione in calo, ti preoccupano ugualmente? “Mi preoccupano perché sono due giocatori forti e prima o poi torneranno a fare stagioni di alto livello, possono sbagliare una stagione ma alla lunga torneranno al loro livello abituale”.  Tre principali qualità di Giuntoli? “Se ti dovessi dire la più importante è il coraggio. Giuntoli non si fa mai il problema di mettere sul mercato un giocatore importante e di andarne a prendere uno sconosciuto. È stato sempre un suo punto di forza. Questo gli dà grande competenza e insieme al suo collaboratore Pompilio fanno grandi cose”. Il tuo anno sabbatico prima della Lazio, in confronto a quelli di Allegri o Spalletti? “Un allenatore a questi livelli se sta fermo un anno o due non cambia. Massimiliano mi sembra che quest’anno abbia gestito una stagione con delle difficoltà enormi tra infortuni e vicende extracampo. Diciamo che il suo è un anno che va preso poco in considerazione”. Tu hai vinto lo scudetto e sei stato considerato quasi un ingombro, lui ha sbagliato per due anni non arrivando in Champions, le valutazioni mediatiche cambiano in base alla persona? “Io penso che sia cambiato il contesto, la Juve li veniva da 8 vittorie consecutive e qualche finale di Champions tutti pensavano che fosse naturare vincere lo scudetto andare avanti in Champions. A me è stato rimproverato di aver fatto 6 vittorie e un pareggio a Madrid, che con le regole attuali avremmo fatto i supplementari. Squadra considerata scarsa che il turno dopo ha messo fuori il City, ma in quel momento la visione della Juve è che doveva essere il top d’Europa, con il 10º/11º monte ingaggi d’Europa”.  La tua lazialità e Mourinho dall’altra parte, tu sei stato ammaliato. Perché subito in sintonia? E cosa pensi della nuova Roma? “È difficile arrivare in un ambiente nuovo e dopo pochi giorni sentirsi accettato e a casa, questo ti fa affezionare a tutto l’ambiente e alla tifoseria. In giro per l’Italia c’è un’idea che non corrisponde alla realtà, la tifoseria della Lazio è grande ed educata almeno nei rapporti che hanno con noi. Questo mi ha fatto sentire a casa e questa completa autonomia mi ha ridato l’entusiasmo per poter lavorare sul campo. Per quanto riguarda la Roma era una grande squadra già negli anni scorsi, ha speso molte energie in Europa, ha fatto meno in campionato, ma la forza della squadra era evidente”. La rivalità con Mou? "Ma io personalmente non la sento anzi, mi sta anche simpatico. Quelle volte in cui ci ho parlato mi ha dato l'impressione di essere una persona intelligente. In un Chelsea- Manchester United è successo un qualcosa di cui lui poteva approfittare e non l’ha fatto quindi io ho molto rispetto per lui. Si è dimostrato un uomo." Il nuovo Sarri è De Zerbi?  “Se ti dovessi dire quello che ho visto quest’anno Roberto ormai si sta affermando a livello europeo, quindi non deve essere il nuovo Sarri ma qualcosa in più, perché ha le possibilità. Poi dei ragazzi che ho visto quest’anno mi è piaciuto molto Palladino e Thiago Motta. Non so se assomigliano a me, però mi son piaciuti. Se si parla di modulo quello di Palladino non è certamente vicino al mio, poi se si guarda l’interpretazione e vedi che vuole qualità di palleggio e grande tecnica, una squadra con cui è difficile giocare perché ti tolgono continuamente il pallino del gioco. Thiago ha fatto un percorso straordinario a Bologna, era diventata una squadra che nella seconda parte della stagione era affidabile dal punto di vista difensivo e capace di fare una partita comandando il gioco, ma anche a contenere”.  Guardiola è il miglior allenatore al mondo? Gvardiol vale 100 milioni? “Le valutazioni dipendono dal mercato in cui vengono fatte e dalle necessità della squadra che lo fa. È chiaro che se una delle big six ha bisogno di un giocatore di altissimo livello fa determinate valutazioni che in Italia non sono fattibili in questo momento, poi il mio sogno sui difensori in quanto gente che deve lavorare tanto sarebbe costruirli in casa, ma questo è un sogno perché non in tutti i settori giovani puoi tirare fuori 2/3 difensori, ma nel mio calcio ideale il difensore va costruito e i soldi vanno spesi in altri ruoli”. Quante volte senti Lotito? “Dipende, nei momenti in cui lui ha meno impegni politici lo sento spesso, nei momenti in cui, come nell’ultimo periodo, deve mettere insieme i partiti politici e le riunioni per i diritti televisivi lo sento meno. Mi fido di tutto lo staff, ma noi siamo una società in cui la figura del presidente è importante”.  Berardi è il miglior esterno italiano nel suo ruolo? “Berardi è un giocatore del Sassuolo, ma è uno dei giocatori che mi piacerebbe allenare come ce ne sono tanti altri, del Sassuolo ce ne sono tanti, per esempio Frattesi o Maxime Lopez che è un giocatore che mi intriga. È sempre stata una squadra che per filosofia ha avuto 2/3 giocatori a me piacevoli.  Vederlo alla Lazio? Mi devo tirare indietro perché Berardi è un giocatore del Sassuolo e porto rispetto alla società. Milinkovic-Savic, tra un anno la scadenza problema o risorsa? “È un problema per la società, ma per me potrebbe essere una risorsa, poi dipende tutto da quanto il ragazzo è coinvolto dalla situazione. Milinkovic con la testa libera è un giocatore di un livello straordinario. Si sta parlando di un giocatore fantastico, che ora ha una vicenda contrattuale e non so che conseguenze possa portare però è sia un problema societario che una risorsa tecnica”. Il nuovo attaccante di Sarri che caratteristiche deve avere? “Dipende dalla situazioni che sono in divenire, se noi abbiamo la necessità di tenere Felipe sempre da attaccante esterno è chiaro che deve arrivare un giocatore più pronto. Se noi abbiamo attaccanti esterni in buon numero possiamo prendere un giovane da tirare su e nel frattempo utilizzare Felipe da attaccante centrale, ha fatto abbastanza bene. Sono situazioni che vanno viste nel complesso in base alla rosa che sta venendo fuori." Torreira ti piace? “È un giocatore che ho visto benissimo alla Samp e alla Fiorentina, è un giocatore che sta facendo bene in Italia. Samuele Ricci del Torino è l’uomo che avanza in quel ruolo? Sinceramente penso di si, l’esperienza al Torino l’ha fatto crescere dal punto di vista caratteriale e dell’aggressività, penso possa avere un futuro in Nazionale. Un ragazzo giovane che ha già tre anni di Serie A alle spalle". Osimhen e i tifosi del Napoli, tu al suo posto rinnoveresti? “Non lo so, ciò che so certamente è che quello che ha trovato a Napoli non lo troverà da nessuna parte. È una città che ti fa sentire importante e ti dà qualcosa di particolare, responsabilità sicuro, ma anche affetto nei confronti tuoi e della squadra. Osimhen farà le sue scelte, ma io so che quello che ha vissuto a Napoli farà fatica a ritrovarlo.

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