38 primavere il prossimo febbraio, ma Antonio Candreva non molla. Attualmente svicolato da diversi mesi: la Salernitana non ha confermato la sua nona esperienza in un club di massima serie, collezionando più di 500 presenze. Dalla Juve fino alla Lazio e all'Inter, il classe 1987 ha vestito la maglia biancoceleste per 192 partite, realizzando 45 goal e 43 assist. Ma oggi l'attaccante fantasista ha passato la sua estate come se fosse in ritiro, nonostante l'età, è in cerca di una squadra e vuole giocare, lo ha dichiarato in un'intervista nell'edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

Cosa stai cercando?

Cerco un club che possa stimarmi e stimolarmi.

Hai ricoperto diversi ruoli durante la tua carriera, oggi quale sarebbe il più adatto?

In centrocampo per fare giocare i compagni di squadra e per fare la giocata.

Cosa dice il tuo GPS?

Vado come un 28enne non come un giocatore di 38 anni.

Ora dove abiti?

Nella City Life di Milano. Da romano mi sono abituato alla Milano nerazzurra, con una moglie milanese.

Sei stato stregato dall'Inter, come la vedi oggi?

L'Inter è la più forte, ha dimostrato di esserlo. È la squadra da battere, nonostante sia un campionato abbastanza equilibrato, molto avvincente. Quest'anno sono cambiati ben 13 allenatori, portando con loro nuovi metodi e concetti.

Quale squadra ti incuriosisce?

Mi incuriosisce molto la Juve di Thiago Motta, con cui ho giocato in Nazionale, e in un Mondiale. Con il Bologna ha fatto grandi cose. Ma anche il Milan di Fonseca nonostante non sia partito nel migliore dei modi.

Cosa pensi dell'Atalanta? Molti dicono che punti allo Scudetto quest'anno.

Lo scorso anno ha vinto l'Europa League battendo tutte le sue avversarie. Ha fatto una stagione straordinaria, se ha vinto quella coppa qualcosa vorrà significare, penso che anche quest'anno farà una buona stagione. 

Hai giocato alla Lazio nel momento migliore. La società ha puntato su Baroni, che ne pensi?

Baroni si è guadagnato la Lazio con il lavoro e l’umiltà. Il suo lavoro andrà visto solo a fine campionato.

Dopo 20 anni di carriera, qual è il tuo podio degli allenatori?

Non ti parlo di livello tecnico solo, ma anche per quello umano. Penso a Reja con cui ho giocato alla Lazio, Conte all’Inter e Pioli alla Lazio. Per quanto riguarda la Nazionale penso a Prandelli, grazie alla fiducia che mi ha dato ho giocato un Mondiale nel 2014 in Brasile.

Oggi c'è un giocatore che ti ricorda il Candreva degli anni d'oro?

Penso a Chiesa, quando va forte sulla fascia nel 4-4-2 o in un 4-3-3.

Negli ultimi club in cui si è stato hai lottato più per la salvezza che per lo scudetto. Cosa serve per rimanere in massima serie?

Oggi è diverso, si parla meno, io sono antico, poco social. Con gli altri giocatori bisogna conoscersi non solo in campo ma anche a tavola. All'inizio della stagione bisogna partire bene con tranquillità.

Cosa sogni ancora per il tuo futuro?

Sono felice con la mia famiglia, mi piacerebbe fare con i miei figli un ultimo giro di campo. Il calcio è la mia vita.

 

 

 

 

 

 

 

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