Ne è passato di tempo da quando Luis Alberto era visto come oggetto misterioso dal suo sbarco dal Liverpool nel 2016. Ora, più di sette anni dopo, è capitano divino. Sette anni di mattate, litigi, punte, tacchi e tocchi sotto. Dal primo centro col Genoa al cinquantesimo gol con la Lazio arrivato sabato contro il Sassuolo, sua vittima preferita. Si era arrabbiato al momento del cambio, ma a questo genio ormai gli si perdona tutto anche perché sul resto è diventato un modello. Un tempo era ribelle, ora è il primo devoto al Sarrismo. Nonostante qualche capriccio di troppo, sia Lotito che Sarri hanno bloccato i suoi mal di pancia e la voglia di partire di un anno fa.

Ieri Sarri a Formello ha fatto i complimenti a tutti dopo le dure ramanzine dei giorni precedenti dovute all'atteggiamento superficiale con cui avevano affrontato l'allenamento: "Non ce lo potevamo permettere per la classifica. Avete reagito bene, ma non voglio più vedere quei 10 minuti di blackout all'inizio del secondo tempo. Piuttosto, per svegliarci, prendiamoci a pugni prima di uscire dallo spogliatoio."

Il Messaggero
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