Il Tempo | Lazio, il flop dei senatori
Processo all’attacco della Lazio, processo ai «fantastici quattro» diventati normali. È il flop dei senatori, Luis Alberto, la fantasia al potere, Felipe Anderson, Ciro Immobile e Mattia Zaccagni, protagonisti della cavalcata della scorsa stagione con gol e assist. Ora sono in crisi d’identità con numeri imbarazzanti per lo standard abituale a cui avevano abituato i tifosi biancocelesti e Sarri, profondamente deluso dalle prestazioni dei big su cui aveva puntato insieme a Lotito.
Per fortuna domani c’è la coppa, perché la musichetta della Champions, il palcoscenico internazionale, è stato l’unico dove la Lazio ha fornito prestazioni accettabili in termini di punti e gol. Sette in tutto con il capitano decisivo con tre prodezze contro Feyenoord e Celtic che sono valse la qualificazione agli ottavi di finale con un turno d’anticipo. Tanta roba rispetto ai quattro in campionato ma solo uno su azione, gli altri contro Lecce, Fiorentina e Salernitana arrivati su rigore.
Stesso discorso per Luis Alberto, re degli assist una volta, ora in difficoltà anche nella specialità della casa. In campionato solo due (Lecce e Atalanta, considerando l’autogol provocato) e uno in Champions nel mitico colpo di testa di Provedel nella gara d’andata contro l’Atletico. Troppe corse lo sfiancano e non ha più la lucidità della scorsa stagione, sbaglia rifiniture che per lui sono come bere un caffè la mattina. Felipe Anderson, poi, è vittima di una pericolosa involuzione quasi stesse pagando il mancato rinnovo di contratto e la nascita della prima figlia. Un solo gol a Sassuolo ma almeno cinque assist di cui due a Napoli in una delle esibizioni migliori della stralunata truppa di Sarri. Infine Zaccagni, due gol e un assist in campionato, non pervenuto in Champions, salto di qualità definitivo rimandato con l’attenuante di un paio di infortuni che lo hanno penalizzato.
Di certo, le 24 reti complessive tra serie A e le due coppe (16 in campionato) sono un bottino davvero minimo in 21 partite ufficiali disputate, il segnale che la crisi dell’attacco è diventata cronica. Le difficoltà di trovare gol e di conseguenza punti pesanti nei finali di gara sfondando i muri avversari, è diventato un limite preoccupante. E non si riesce a capire come si risolverà il problema visto che cambi tattici del dogma sarriano non sono preventivabili. E allora, la speranza è ritrovare la vena di questi quattro talenti che hanno scandito le ultimi stagioni della Lazio. L’atmosfera della Champions può risvegliarli in vista della sfida di domenica all’Olimpico contro l’Inter che assomiglia a una sentenza già scritta se la Lazio non riuscirà ritrovare vecchie virtù. Sotto porta c’è bisogno di tutti per non scendere troppo presto dal treno Champions, competizione troppo bella per non provare a rigiocarla. Il Tempo/Luigi Salomone