Cavanda si racconta: "Con Tare rapporto onesto e diretto. 26 maggio? Ho vinto quella coppa ma non mi hanno dato la medaglia"
Ai microfoni di Radio Incontro Olympia è intervenuto l'ex terzino biancoceleste Luís Pedro Cavanda. Dopo aver lasciato la Lazio nel 2015, con la quale ha vinto la Coppa Italia il 26 Maggio 2013, il difensore belga ha proseguito la carriera in Turchia: prima il Trabzonspor, poi il Galatsaray, per poi passare in Belgio allo Standard Liegi. Cavanda si è raccontato così, raccontando anche un interessante retroscena sul 26 maggio. Ecco le sue parole:
Sull'esordio con la Lazio - "Da dove vengo io le treccine sono lo stile che si ha da giovani, sia in Belgio in che Francia. L'esordio con il Milan è stata una sorpresa, non facevo parte dell'undici titolare: poco prima della partita Foggia mi disse 'Svegliati che stasera giochiamo io e te'. Reja mi chiese 'Come stai', lì non puoi dire di no e così è andata. Ero contento per la prima da titolare: ero entrato con la Sampdoria, poi dall'inizio con il Milan. Fu emozionante vedere Ronaldinho, Pirlo, Seedorf: una delle gare in cui mi sono più emozionato".
Su Zarate e Felipe Anderson - "Prima mi allenavo con la Primavera, Zarate era un giocatore spettacolare, poteva fare qualsiasi cosa: le prime partite che ha fatto segnava sempre, ma poi ha avuto momenti di rottura con la società, che lo hanno portato a rompere con la Lazio. Zarate e Felipe Anderson sono diversi: sono ancora in contato con entrambi, ma non riesco a paragonarli. Anderson ci ha messo un po' a fare la differenza, Zarate da subito: rimanere al top è difficile".
Sul 26 maggio - "La cosa che non mi è andata giù? Non ho avuto la medaglia di Coppa Italia, non ho giocato semifinale e finale, ma me lo ricordo. Giocai l'intera gara con il Siena, ma fui messo fuori rosa successivamente. Sono stato alla Lazio dagli allievi nazionali, non mi è piaciuto il gesto".
Sul rapporto con Tare e Lotito - "Il rapporto tra tifosi e presidente è sempre stato un po' difficile: il rapporto stretto con Lotito non l'ho mai avuto, parlavo con Tare di determinate cose. Con il direttore il rapporto era da uomo a uomo, ci siamo sempre detti tutto nel bene e nel male. Ovunque io abbia giocato non sono mai stato un giocatore da tifosi".
Sugli allenatori avuti alla Lazio e sul finale di stagione - "A Reja non piacciono i giovani, predilige giocatori con più esperienza. Con Pioli mi sono trovato ma dopo un po' di tempo. Per me lo scudetto lo vince il Milan: prima vinceva sempre la Juventus, ma il Milan resta sempre una delle squadre più importanti del mondo".