Il Tempo | Lotito fa la Lazio: bivio Milinkovic
Trionfo in Molise e ora la Lazio: finalmente, direbbe qualche tifoso ansioso dell’immobilismo biancoceleste sul mercato che, però, è solo presunto e all’inizio di luglio, come tutti gli anni peraltro, comincerà a dare qualche frutto. Il presidente Lotito, chiusa la parentesi politica dell’ultimo weekend, è pronto rituffarsi sul suo club calcistico dopo aver condotto via telefono le trattative in prima persona. Perché ha promesso a Sarri che, entro l’11 luglio, quando comincerà il ritiro estivo, il tecnico avrà almeno 2-3 tasselli per rinforzare la squadra. Già oggi dovrebbe esserci un vertice con Fabiani, Calveri, Picchioni e il tecnico per scegliere in modo definitivo la linea da prendere. Sono tante le opzioni, i tavoli aperti, serve l’accelerata con il numero uno del club a condurre le operazioni in prima persona magari ascoltando qualche consigliere tra cui l’ex dirigente bianconero Paratici. Aggiornamento sulle varie trattative: Milinkovic rischia di restare, fredde le piste Juve e Milan ma tutto può ancora succedere con Lotito che spera sempre in un rinnovo, almeno annuale per non perderlo a parametro zero. Torreira favorito a centrocampo, resiste l’idea Jorginho come l’interesse per Schouten. Sempre a centrocamo Gruijc, Zielinski, Fazzini e Gedson Fernandes sono altri nomi seguiti. Capitolo attacco: Berardi è sempre possibile, Orsolini e Ngonge le alternative. Zaha difficile per i costi, Gimenez e Pinamonti candidati al ruolo di vice Immobile tra cui spicca il nome di Marcos Leonardo. Luca Pellegrini resta in attesa, sarebbe un errore perderlo.
Intanto Pedro, in attesa di firmare il rinnovo di contratto con la Lazio (resta l’interessamento dall’Arabia Saudita, ma al momento la scelta è quella di rimanere nella Capitale) è tornato sul suo divorzio dalla Roma e l’approdo alla Lazio: «Deluso da Mourinho? Non credo abbia preso la decisione di mandarmi via. Quello che mi ha deluso è che ho provato a parlargli per scoprire il motivo, volevo me lo dicesse in faccia, non siamo bambini e lui non ha voluto. Anche il club non me lo ha permesso, è stato un po’ strano. Non credo di aver mai avuto problemi, era stato lui a volermi al Chelsea. È vero che abbiamo avuto un brutto anno, lui è stato esonerato a Natale. Ma in quei sei mesi insieme non era successo nulla. Invece, a Roma ha preso questa decisione che ho accettato, non ho pianto, non sono morto, non sono andato in depressione. Al contrario, mi ha reso più forte e mi ha fatto vedere un altro lato del calcio. Ho un club, la Lazio, che mi sta facendo felice, si adatta a ciò che cerco». Il Tempo/Luigi Salomone