Fabiani Fraioli
Fabiani Fraioli

Intervenuto ai microfoni della radio ufficiale della Lazio, il Direttore Sportivo Angelo Fabiani ha voluto chiarire fermamente le posizioni della Lazio su tutte le voci uscite in questi giorni.

Memorial per Ignazio Scardina

Una bella giornata di sport solidarietà e in ricordo di un grande giornalista come Scardina, purtroppo ci siamo fermati durante il Covid e quest’anno l’abbiamo ripresa vorrei ringraziare Lotito per aver ospitato la finale qui al Fersini. Un torneo in memoria di questo grande giornalista purtroppo venuto a mancare.

Mi offrì una sua conoscenza medica che all’epoca avevo bisogno per mio nipote e lui si offrì per far visitare mio nipote e mi colpì il lato umano di Ignazio non posso che avere un ricordo straordinario.

Kamada?

Parto da un punto fermo e dico che quando c’è il vento del cambiamento o si hanno delle basi solide o si viene spazzati via, non mi stancherò mai di dire che sono i tesserati che devono stare al servizio della Lazio e non viceversa. Con Kamada si puntò su di lui perché Luis Alberto non era sicuro di restare e Sarri diede il suo placet. Sia il ragazzo che l’agente posero delle condizioni cioè fare un’anno di contratto più altri tre anni con una clausola unilaterale. Pur di accontentare il mister e prendere Daichi abbiamo fatto quest’operazione che non è costata poco con 2 mln di commissioni e 3 di stipendio. Ieri scadeva questa clausola e ci siamo trovati di fronte davanti un qualcosa di inaspettato. L’entourage ci ha chiesto di fare la stessa operazione dello scorso anno con un anno di contratto e una clausola. Siccome non mi faccio ricattare ho detto che non volevo nemmeno trattare. Una società deve patrimonializzare i suoi calciatori. Chi viene alla Lazio deve sposare il progetto e non venire alla Lazio solo per tornaconti personali. Non è più quel malcostume che ho trovato cioè che ci si serve della Lazio e dei suoi tifosi, ma è l’esatto contrario bisogna mettersi a disposizione della Lazio. Queste persone che fanno i finti tonti con me non vanno d’accordo non sto a mezzo con nessuno ho il mio metodo di lavoro. Ho detto che avrei rinnovato la squadra, non tutti sanno che la Lazio è l’ottava società in Europa per età anagrafica alta, è iniziato questo percorso mi assumo io le responsabilità. Sono un professionista, ho sentito qualche imbecille dire che non ho esperienza in Serie A, ma quell’anno io sono arrivato settimo e la Lazio decima.

Kamada
Depositphotos

Luis Alberto?

Stiamo valutando in queste ore, la percentuale che lasci la Lazio è molto alta. Non tratteniamo nessuno controvoglia, cercheremo di accontentarlo. Chi vuole stare alla Lazio deve stare con passione. Col Sassuolo avevo paure perché tremavo di non entrare in Europa non so quanti altri avevano il mio stesso stato d’animo. Ricordo un post di Rovella quando ha detto: “mi è mancata la Lazio”, ecco io vorrei altri dieci Rovella.

Rivoluzione?

Non è rivoluzione, la Lazio è l’ottava per età anagrafica molto alta, è sotto gli occhi di tutti. Si è concluso un ciclo che ha portato ottimi risultati. Gli anni passano per tutti e non bisogna nascondersi, serve aprire un nuovo ciclo. C’è molto da fare e mentalità da cambiare che non s’addice al mio modus operandi. Andremo ad individuare i giocatori funzionali giovani ma che hanno già esperienza internazionale. Andremo a rimpiazzare quei ruoli che vanno rimpiazzati con gente affidabile. Non è possibile che ci sono giocatori che prendono per il c**o il tifoso che fa sacrifici, poi come arriva la squadra X ti voltano le spalle. Non serve prendere in giro la Lazio. Ci sono giocatori che parlano con i loro giornalisti e tifosi e dicono quello che vogliono, bisogna essere chiari e non prendere in giro nessuno, il sistema sta cambiando chi ha basi solidi regge l’urto chi non ha basi viene spazzato via.

Tudor?

Tudor è il nostro allenatore, non serve prendere le sue parole in conferenza e decontestualizzarle perché dopo hanno un significato diverso. Se io metto un premio per raggiungere un obiettivo è perché voglio raggiungerlo non come chi dice che la Lazio non vuole andare in Champions perché poi deve pagare i bonus. C’è chi si diverte a seminare zizzania. C’è gente che non può fare considerazioni, per parlare serve conoscere le cose.

Guendouzi?

Guendouzi rimane alla Lazio, quando abbiamo preso Tudor lui lo sapeva benissimo, non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello smontare una squadra. Ricordo che siamo rimasti senza Sarri, persona straordinaria che ha gettato la spugna. Ci siamo trovati di fronte ad una scelta o con una soluzione ponte o cambiare tutto. Serve fidarsi delle persone. Se sbaglio io farò un passo indietro non mi interessa della poltrona e mi assumo le responsabilità del momento.

La tempistica?

Tutti i calciomercati sono gli stessi, chi dice che le altre squadre hanno già allestito la rosa dice delle baggianate. La squadra non verrà smontata non c’è nessun esodo di massa. Ciò non significa che se arrivano offerte le valutiamo. L’allenatore quando ha accettato di venire conosceva i giocatori, ha dato degli attestati di stima ai giocatori, siamo riusciti ad entrare in Europa ed era il minimo: per i tifosi sarebbe stato un dramma. 

Quando si parla servirebbe informarsi, se io vi dicessi che Rovella percorre 14 km a partita e che è sopra la media europea di cosa stiamo parlando? Ci sono situazioni oggettive certificate da dati. Se dobbiamo fare il calcio mediatico mi ci metto e rido e scherzo. Qualcuno prima di parlare dovrebbe accendere il cervello. Posso sentire che la Lazio non è voluta andare in Champions per non pagare i premi? Una follia. Per rinunciare alla Champions bisogna essere dei dementi patentati.

Primavera?

Con la Primavera abbiamo iniziato un anno fa, la Women è salita in A. Abbiamo instaurato una mentalità vincente che si costruisce dal basso. Calciatori e calciatrici sono funzionali. Dobbiamo portare il modello di attaccamento ai nostri colori, di gente che suda e lotta. Se oggi dico a Rovella che l’ho venduto lui si incatena al Campidoglio e dice che vuole rimanere.

Se parlo da tifoso è questo il tipo di calciatore al quale voglio dare il massimo dell’affetto, questo è il tipo di calciatore per il quale voglio spendere il biglietto. Con me i finti possono durare lo stretto necessario per cambiare. È finito il tempo delle vacche grasse. Ci sono molti soggetti che lavorano qui ma prima o poi tocca a tutti. In una società di calcio ci si deve stare bene. Si deve venire alla Lazio per lavorare molte cose vanno trattate con la massima riservatezza. Ce la metterò tutta finché tirerò fuori questo male perché la Lazio deve stare al centro del progetto. Non mi stancherò mai dire che entro alle 9 e stacco la sera. Io non vado né al cinema né al teatro e non mi godo nemmeno la famiglia. Posso sbagliare  ma io ci metto impegno e passione, non espongo la società a figure barbine.

Cambiare mentalità?

È difficile ma anche facile perché quando si comincia a capire come si lavora, diventa tutto più facile, purtroppo non perché chi mi ha preceduto ha fatto sbagli, ma poi inevitabilmente il ciclo si è concluso perché l’età passa per tutti si deve aprire un ciclo. Il ciclo è basato sull’onestà. Non sono ricattabile. Se vedo attaccamento ti do tutto, ma se vedo che ci si vuole approfittare della società dei tifosi divento una bestia. Serve avere basi solide. È già accaduto con la primavera e avverrà anche con la prima squadra. Tempo al tempo. Sono uno del popolo e posso garantire alla gente che ci sarà da parte del sottoscritto il massimo impegno. L’errore ci può stare però vorrei chiarire una volta per tutte che Kamada aveva la possibilità di rimanere ma hanno voluto stravolgere una situazione già pattuita e questo non è possibile. Se le scelte impopolari sono funzionali alla società ho il dovere di farlo. Questa è l’unico modo per costruire un futuro importante per la Lazio.

 

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