CorSera | Immobile scivola verso il 2023: la Lazio senza il vice, ora sono guai
Si doveva stare più attenti. Si doveva evitare il ponderabile. Ciro Immobile resterà fermo per settimane. Si attende l’esito degli esami, ma rischia di tornare a disposizione nel 2023. La cosa che sorprende è che quello relativo a Immobile è un problema che la società ha da tempo, ma non lo ha mai risolto. Nella stagione 2018-19, per esempio, al termine della 31esima giornata, la squadra, all’epoca allenata da Inzaghi, era a -3 dal quarto posto in quel momento occupato dal Milan, avendo però disputato una partita in meno. Arrivò così allo scontro diretto di San Siro coi rossoneri con la possibilità di agganciarli e perfino di scavalcarli col recupero. In quella stagione la Lazio aveva in rosa Immobile, Correa e Caicedo. Appena tre attaccanti benché si giocasse con il 3-5-2. Bastava l’indisponibilità di un giocatore per impedire al tecnico di avere cambi. Quel giorno si infortunò Correa, entrò Caicedo e quando il Milan segnò l’1-0 con Kessie (su rigore), il calciatore più offensivo a disposizione di Inzaghi era Parolo (che infatti entrò immediatamente). La Lazio non pareggiò e fallì la rincorsa al quarto posto. Quell’estate in attacco arrivò solo Adekanye. Nel 2020 si decise di investire su Muriqi, nel 2021 e nel 2022 non sono invece arrivate vere alternative a Immobile (benché nel 2021 sia stato venduto Caicedo). Eppure il campo dice che senza Immobile la Lazio soffre. Da quando nel 2016 è arrivato a Roma (il club gli ha dedicato un video sui social al quale ha risposto: «Così però mi fate piangere»), Ciro ha saltato 33 partite: 14 ko, 10 pareggi e 9 vittorie. La media punti è bassissima (1,12 in totale e 1,25 in A). La scarsa lungimiranza della società è aggravata dal fatto che, fino all’improvvisa solidità difensiva ora trovata, il reparto arretrato faceva acqua. Nelle 33 partite saltate da Immobile solo in 4 occasioni la squadra ha mantenuto la porta inviolata (l’ultima volta nel 2019). Considerando la fatica che, in assenza di una sua alternativa, si fa a segnare e avendo subìto in 29 occasioni almeno una rete, la media punti bassa è solo una conseguenza. Avrebbe però probabilmente dovuto gestire meglio la situazione pure Sarri: già dopo 7 giornate di campionato solo Immobile e Nzola dello Spezia (che però non ha le coppe...) avevano giocato tutti e 630 i minuti. Gli altri calciatori offensivi (compresi esterni o seconde punte) avevano potuto riposare. Cancellieri o Romero (l’argentino mai utilizzato in A), spostando Felipe Anderson o Pedro al centro avrebbero aiutato a non appesantire i muscoli del capitano. Lo scarso minutaggio concesso ai due descrive però una evidente mancanza di fiducia da parte del tecnico, almeno per il momento. La Lazio potrebbe arrivare a giocare un totale di 58 partite (comprese le coppe): affrontarle senza un’alternativa a Immobile era un rischio. Per questo si doveva stare più attenti. CorriereDellaSera/Elmar Bergonzini