Il Tempo | Le due facce della difesa Lazio
Due facce per la stessa difesa. L'avvio di campionato della Lazio è stato contraddistinto da un'inconsueta solidità difensiva. Appena cinque i gol concessi dalla squadra di Sarri nelle prime otto giornate di Serie A, di cui ben 4 su palla inattiva. L'unica rete da azione infatti è quella di Gabbiadini, con il filtrante di Rincon che ha trovato scoperta la retroguardia biancoceleste. Un pareggio che ha tolto due punti in classifica a Immobile e compagni che altrimenti sarebbero a un solo passo dalle capoliste Napoli e Atalanta (solo la formazione di Gasperini con 3 ha preso meno gol della Lazio). Guardarsi indietro però non serve a niente, come spiegato dall'allenatore dopo la gara contro la Cremonese.
Quella con lo Spezia invece è stata la quarta sfida conclusa con un clean sheet, la terza di fila: nella passata stagione, per ottenere lo stesso risultato, erano servite 23 giornate contro le 8 dell'annata in corso. Un dato emblematico di quanto sia migliorata la Lazio a livello difensivo. Merito del mercato e del modo di giocare della squadra, che sembra aver appreso sempre meglio quelli che sono i dettami di Sarri. Baricentro molto più alto, aggressione sul portatore di palla già in fase di costruzione, giuste distanze tra i reparti durante il non possesso. E poi ci sono gli interpreti, tra chi è arrivato e chi ha nettamente migliorato il proprio rendimento. Il salto di qualità c'è stato in porta, con le prestazioni di Provedel che hanno lasciato tutti senza parole. Mancini compreso, che lo ha chiamato in Nazionale durante le partite di Nations League contro Inghilterra e Ungheria. Anche contro la sua ex squadra il portiere di 28 anni ha dato un saggio delle sue qualità. Martusciello però non è sembrato affatto sorpreso del suo rendimento. «Come mai Provedel è arrivato ora su un grande palcoscenico dovremmo chiederci, non è un giorno che gioca. E' arrivato qui con l'occhio spiritato, qualsiasi secondo di allenamento lo fa come se fosse l'ultimo», le parole del vice di Sarri di domenica scorsa. Altra menzione speciale per Romagnoli. Sorvolando sul primo gol, l'ex capitano del Milan ha portato nello spogliatoio degli ingredienti che mancavano. Leadership, carisma, personalità, esperienza. Nonostante le preoccupazioni riguardo una pubalgia latente, il centrale si è sempre disimpegnato in modo preciso, riducendo al minimo le sbavature. Non trascurabile la crescita sia di Lazzari che di Patric.
A questo quadretto di semi-perfezione in A però si contrappone quanto visto in Europa League. Ben sette gol concessi agli avversari nelle prime due partite del girone. Contro il Feyenoord, a risultato acquisito, la Lazio ha smesso di giocare e nell'ultima mezz'ora ha regalato due reti, ma sarebbe potute essere anche di più (il Var ha tolto un rigore agli olandesi a tempo scaduto). Inutile invece ripensare a quanto successo in Danimarca, con il tracollo che ha portato al 5-1 in favore del Midtjylland. Eccola allora la missione dei biancocelesti. Invertire il trend e blindare la porta come fatto nelle ultime tre partite di campionato. Il Tempo\Daniele Rocca