Lotito

Sulle norme

Le norme devono trovare il consenso, ma se noi continuiamo a sparare sul calcio... Si parla di presidenti paperoni, ma non è così. Qua i paperoni sono solo calciatori e agenti. Il presidente deve fare i conti alla lira, per portare avanti una società in termini di autosussistenza. Quando sono arrivato la Lazio fatturava 84 milioni e ne spendeva 86. E aveva oltre 500 milioni di debiti. Oggi è impensabile, altrimenti non ti iscrivi al campionato. Abbiamo norme sportive stringenti. Ma ci sono altre cose aberranti, retaggio di norme di tanti anni fa.

Le proposte

Iniziamo a riformulare la figura del giocatore: un giocatore di Serie A che prende 5 milioni è un dipendente o un libero professionista? Oggi ha i diritti del dipendente e i doveri del libero professionista e non è possibile. Basterebbe cambiare 5-6 formulette. Il Decreto Dignità impedisce di fare pubblicità in diretta, non puoi mettere per esempio le sponsorizzazioni delle scommesse sulla maglia. Ma a marzo lo stato darà in concessione le macchinette di video poker e le sale bingo... Noi invece ne subiamo solo le conseguenze senza avere il ritorno economico. Una piccola percentuale, come successo in Francia, non si può mettere a disposizione dei club? Parlo dello 0,5%, dell'1%, cifre che non andrebbero a incidere sullo stato.

Queste invece le parole di Cairo

Il calcio ha un debito di cinque miliardi e 700 milioni, ne ha perso 900 solo nell'ultimo anno. Dalla pandemia in poi la situazione economica è peggiorata. I costi sono cresciuti in modo incredibile: vanno contenuti i costi, è la cosa più immediata da fare. Il paradosso è che noi lavoriamo per far guadagnare calciatori e allenatori e procuratori, mentre noi siamo in perdita.

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