Ospite della trasmissione Cronache di Spogliatoio, l'ex centrocampista della Lazio ed attuale telecronista di DAZN Marco Parolo ha parlato di Ciro Immobile e del suo andamento stagionale.

Queste le sue parole:

"Sono stato compagno di Immobile alla Lazio per cinque anni alla Lazio. Da quando è arrivato abbiamo cominciato a stare insieme. Ci si adeguava molto ai ritmi del bomber. Quando uno fa gol e ti risolve le partite, quindi era molto in base al momento in cui voleva dormire il pomeriggio, c'era il silenzio. Io mi adeguavo molto. Ero un buon gregario. L'unica cosa è che usciva la sera, avevo scoperto che si metteva fuori. Alle undici, quando io dormivo, giocava con sua moglie e i suoi amici a un gioco sul telefono (Among Us, ndr). Solamente che dovevano parlare e quindi per non disturbarmi si metteva fuori. E' stato anche lui un mio gregario allora".

l periodo di flessione di Immobile? "Negli ultimi 5/6 anni è il bomber italiano indiscusso. Lo metto tra i realizzatori italiani più forti della storia, per i numeri e per i gol che ha e per i traguardi che ha raggiunto. Quando doveva venire alla Lazio eravamo all'Europeo del 2016. Si parlava del suo arrivo. Chiesi a Tare se lo stavamo trattando perché io poi ho cominciato 'Dai Ciro vieni a Formello, è bello. Si sta bene, con te facciamo il salto di qualità'. Questo perché quando facevamo gli undici contro zero e le partitine, lui segnava sempre, in qualsiasi modo faceva gol. C'è chi dice che in allenamento è facile, ma intanto devi cominciare a farlo. Era un feedback che già avevo e che poi lui ha dimostrato nella carriera e in quello che ha fatto alla Lazio".

"Penso sia arrivato in un momento in cui non è facile capire che magari può esserci un divario di prestazioni fisiche rispetto a com'eri prima. E' sempre stato un calciatore molto generoso, uno che fa mille scatti a partita, che attacca sempre la profondità. E quindi deve essere al top fisicamente. Lui ha avuto un po' infortuni che l'hanno rallentato e deve calibrare se stesso sull'essere al 100%. Prendersi il suo tempo per essere al 100%. I gol li farà ancora, segnerà ancora per la Lazio, però a volte sei in una fase in cui è difficile accettare questo. Quando poi smetti capisci che c'è un'età in cui ti devi accontentare dello spazio che hai e trovare il tuo spazio".

Nazionale? "Il discorso Nazionale è completamente diverso. Se Immobile sta bene è il titolare dell'Italia. Quando è arrivato Mancini i senatori erano Bonucci e Chiellini, se stavano bene giocavano loro, non c'erano altri. Erano loro due i titolari che ci hanno fatto vincere l'Europeo. Questo perché avevano spessore. In Nazionale si sta aprendo un ciclo nuovo. Ciro ha fatto la prima partita titolare e capitano. Se lui sta al 100% è il titolare. Ha bisogno di sentirlo, non è mai stato considerato il centravanti titolare dell'Italia nonostante i numeri che ha, ma avrebbe dovuto esserlo. Abbiamo vinto l'Europeo anche grazie a lui. Con i suoi movimenti ha portato l'Italia a vincere. Adesso c'è la ricerca dell'attaccante nuovo. Lui deve prendere una posizione. Se sta bene è l'attaccante della Nazionale? Ho questa fiducia? Lui sa che se l'Italia non vince è colpa di Ciro, è quello che si porta dietro da sempre". 

"Vuoi sempre giocare ed essere trascinatore, lui lo è. Ma è in una fase delicata, so quanto ci tiene a certe cose però a volte si arriva a un contrasto interno. E' un consiglio in base alla mia esperienza, mantenendo grande rispetto e riconoscendo tutto quello che è lui. Non so se dovrà fare mai questo passaggio, magari no. Mi auguro che stia bene e ci trascini. O diventi il Bonucci-Chiellini di Mancini e quindi l'Immobile di Spalletti o è meglio trovare un altro modo di essere la punta".

 
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