Il Messaggero | Sergej e la Lazio, la vita è adesso
Tattica per reparti in mattinata: Milinkovic non si allena, ma nessun allarme. Il Sergente non va disturbato quando recupera le forze e infatti nel pomeriggio rieccolo in gruppo. Il momento non è dei migliori per lui, ma come rivelato da Sarri, rispetto al solito il serbo ha retto maggiormente l’urto dell’inizio della nuova stagione. Equilibrio o fantasia, il numero 21 è sempre al suo posto da mezzala destra, a volte con compiti difensivi e altre spostato vicino a Immobile come nella prima giornata. Sono già 166 i minuti giocati. Pronti via col Bologna è arrivato il primo assist in una prova convincente soprattutto per l’atteggiamento. Decisamente più appannato invece a Torino dinanzi al fratello Vanja, ma nonostante ciò con una spizzata per Ciro e un recupero su pressing alto ha rischiato comunque di incidere in un match complicato. Che sia al massimo o a mezzo servizio, Sergej resta imprescindibile per Sarri. Finché non arriverà il 1 settembre il Comandante non potrà rilassarsi del tutto, ma per ora il desiderio espresso a fine campionato scorso si sta avverando: «Abbiamo tanti giocatori in scadenza e che possono essere persi sul mercato. Il rischio di fare un altro anno zero c’è, ma sarei felicissimo di ripartire da Sergio».
ARMA VINCENTE - L’estate del 2022 è stata l’ennesima costellata da voci riferite a una sua imminente partenza. Quasi un ritornello, ma stavolta fondato. Lotito nei mesi scorsi ha provato a sondare il terreno per un possibile rinnovo del contratto in scadenza nel 2024. Milinkovic in tutta risposta ha chiarito che per ora non se ne parla. Il suo agente, Mateja Kezman, da tempo sta attendendo una possibile offerta che però, almeno per il momento, non è arrivata. Un flebile tentativo iniziale del Manchester United e gli interessamenti di Arsenal e Juventus non possono essere presi in considerazione come qualcosa di concreto. Eppure non sono escluse sorprese da qui al termine delle trattative. Lotito sarà pronto - così come per Luis Alberto - ad ascoltare eventuali acquirenti e in caso di nessuna novità tornerà alla carica per il rinnovo. Dal canto suo Sergej come al solito è ripartito più concentrato che mai, spingendo anche i tifosi a fare gli ultimi abbonamenti. Che sia ormai un leader dello spogliatoio è indubbio, ma quest’estate il numero 21 credeva sul serio alla possibilità di spiccare il volo. Tutto però tace e nel frattempo il serbo ha messo l’Inter nel mirino. Sarà lui l’arma in più di Sarri contro i nerazzurri, la squadra più colpita assieme all’Atalanta da quando è in Italia (5 gol). Dalla prima perla di testa a San Siro il 31 marzo 2019 su cross di Luis Alberto (0-1), al 3-1 finale all’andata della passata stagione: stesso copione, ma contro Inzaghi. Sergej ritroverà il tecnico che gli ha permesso di sbocciare, ma le intenzioni saranno le solite e a parlare sono i 5 sigilli negli ultimi sette confronti in campionato con l’Inter. Sarri deciderà solamente all’ultimo istante se affidarsi di nuovo a Luis Alberto ricreando l’asse vincente, oppure proseguire sulla strada dell’equilibrio con uno tra Basic e l’ex Vecino. Di certo si rivedrà il fedelissimo Pedro che costringerà al ballottaggio Felipe Anderson e Zaccagni.
STADIO PIENO - Sarà un Lazio-Inter da spettacolo e con una cornice da brividi: venduti 24.300 biglietti, quota 50mila alle porte e aperta pure la Curva Sud (ingressi 20 e 21). L’Olimpico chiederà un grande sforzo, così come Sarri continua a premere per il terzino sinistro, a prescindere dall’uscita di Hysaj. Con Emerson Palmieri diretto al West Ham, Reguilón è diventato il piano A, ma il Tottenham dovrà accettare il prestito e soprattutto contribuire al pagamento dello stipendio. L’alternativa è il promettente Valeri della Cremonese, lunedì in campo contro la Roma. Non convince invece Ghoulam. Il Messaggero/Valerio Marcangeli