ESCLUSIVA| Beppe Bergomi: "A San Siro una bella gara, questa Inter contro i pronostici. Tanti ricordi mi legano alla Lazio. Sul lavoro di Sarri e Inzaghi..."
Domani sera andrà in scena una partita molto importante per le sorti delle due squadre: Inter-Lazio. La prima per continuare a sognare lo scudetto tenendosi a distanza dalle altre. La seconda per tentare di rialzare la china e mantenere vive le speranze Champions. Per commentare questa partita è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it Beppe Bergomi, ex giocatore e capitano dell'Inter oltre che commentatore.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla gara di domani?Sicuramente una bella gara, sono due squadre che propongono calcio. L'Inter è ferma da tanto tempo ma ci aveva lasciato con un'impressione nel proporre calcio incredibile. La Lazio è una squadra strana, particolare. L'ho vista anche con l'Empoli. Però ha fatto comunque una gara di qualità e di intensità. Ha tutte le prerogative di mettere in difficoltà l'Inter. Si è visto anche all'andata come l'ha battuta. Mi aspetto una gara giocata anche strategicamente. I due allenatori, giocando in modo diverso, cercheranno di mettersi in difficoltà a vicenda.
Come valuti il lavoro di Simone Inzaghi? Pensi che stia dando continuità a quanto fatto da Conte o sta ridimensionato la squadra?
Mi sto stupendo, l'Inter gioca veramente bene. Non pensavo che potesse fare quello che sta facendo. Vedi proprio la mano dell'allenatore. Mentre lo scorso anno era concreta, ora gioca anche bene a calcio. Prende qualche rischio, ma propone calcio: muove le mezzali e porta molti giocatori oltre la linea della palla. Poi vedi che è una squadra che si diverte e vedi l'intervento dell'allenatore che ha dato dei concetti diversi. Bravo Simone.
Sarri riuscirà a imporre le sue idee o sarà lui ad adeguarsi alla rosa?Mentre Inzaghi ha continuato su un sistema di lavoro, nella Lazio il cambio è stato radicale e per Sarri è più difficile. Devi entrare nella testa dei giocatori. Vedi un sistema diverso. Anche la gestione delle mezzali, Luis Alberto e Milinkovic, che sono grandi giocatori, devono avere più sofferenza se non hai il comando della partita. Ma bisogna insistere e vedere cosa esce fuori.
Vedi già qualcosa di Sarri in questa Lazio?Dobbiamo dimenticarci il Napoli di Sarri. Perché ovunque è andato ha fatto un calcio diverso. Col Napoli, il Chelsea, la Juve ha fatto giochi diversi e ha vinto. Vedo delle trame di gioco e delle situazioni che lui ha sempre ricercato, a volte si vedono. Il problema è la fase difensiva, curarla. La squadra non riesce a ruotare lì come le altre squadre di Sarri.
La situazione legata al Covid può falsare il campionato secondo te?Tra virgolette lo è già. Tutti questi rinvii. Ci vuole un protocollo più chiaro. La Lega può dire quello che vuole, ma sono le Asl territoriali che comandano. Questo è. Ma non voglio mai pensare che le squadre con 13 giocatori, anche solo della primavera, possano scendere in campo. Penso che bisogna raggiungere un modello Premier, dove la Lega decide se ci sono le condizioni per giocare gara per gara. Come Arsenal-Liverpool: quest'ultimi non avevano diversi giocatori a causa Covid e hanno chiamato la Lega che ha disposto il rinvio. Poi a chi manca 10 giocatori si rinvia, mentre a chi ne mancano 5 no. C'è troppa confusione, ci vuole un protocollo più chiaro e meno potere alle Asl.
Parlando del tuo passato, hai un qualche ricordo o un aneddoto che ti lega alle partite contro la Lazio?L'anno dello scudetto nostro feci quel gol a Roma contro la Lazio. I biancocelesti si dovevano salvare, e in svantaggio riuscimmo a ribaltare la gara anche con un gol mio da fuori area, sotto gli incroci. Quello è un ricordo positivo, ma legati alla Lazio ce ne sono tanti. Anche quando perdemmo 3-0 con la Lazio che fece una partita straordinaria. Tanti ricordi.
Te la senti di sbilanciarti per marzo e dire la tua sulla nazionale in vista dei mondiali?E' dura. All'Europeo dopo la prima giornata avevo capito che potevamo andare in fondo, perché noi eravamo squadra, le altre rappresentative. Questa situazione si è ribaltata. Noi non abbiamo più quella magia e le cose si sono complicate. Poi c'è il Portogallo che ha giocatori importanti, che giocano anche con il Manchester City. Poi è vero che se li metti insieme non c'è quella chimica giusta, sennò si sarebbero qualificati prima. E' dura, ce la possiamo fare ma servirà un'impresa.