Domani alle 18 andrà in scena una gara ben diversa da tutte le altre: il derby della capitale. Lazio e Roma arriveranno con due umori ben diversi, segnati dalla settimana che le due squadre hanno passato, ma con un obiettivo comune: vincere. Nel derby di Roma, effettivamente, tutto il contorno non ha quasi mai pesato sulla gara in sé, spesso scissa dai percorsi delle due squadre. Per commentare la gara e il momento delle due squadre è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it l'ex giallorosso Gaetano D'Agostino.

  Che gara ti aspetti dal derby di domani? 

Come tutti i derby una partita tosta, con due umori diversi. La Lazio viene dalla disfatta di Europa League e la partita persa contro la Salernitana. Però deve partire bene, dimenticarsi di tutto e cercare di fare la gara da protagonista. Dall'altra parte la Roma di Mourinho cerca di far giocare male le squadre. Spero di vedere una gara giocata a viso aperto e, magari, con qualche gol. 

  Quale assenza, considerando entrambe le squadre, pensi sia più pesante? 

Credo che Milinkovic sia una grande assenza, uno dei centrocampisti più forti che abbiamo in Italia che ti alza il livello di molto. Anche Immobile mancherà, anche se va capito se ci sarà o meno. Ma Milinkovic è il giocatore più importante secondo me. 

  E in generale pensi abbassino il livello della gara? 

No, credo che abbassa un po' la qualità la loro mancanza. Ogni assenza porta una mancanza tecnica che porterebbe la gara su un altro livello. 

  Considerando proprio la disfatta europea della Lazio, pensi che la squadra di Sarri debba cambiare mentalità in queste competizioni?  Secondo me non deve cambiare mentalità, comunque il gioco di Sarri è riconosciuto in Europa. Bisogna giocare a un ritmo diverso. Quando vedo le partite in Europa League mi accorgo che il ritmo è proprio diverso: allora il palleggio lento che fai in Serie A rischia di mandarti in panne.    E la Roma, in Europa League, può replicare quanto fatto in Conference?  Diventa più dura, anche per le squadre scese dalla Champions. Poi mai dire mai, spero possano arrivare più in fondo. Ma non è certamente la Conference.    Dopo un anno e mezzo si vede la mano di Sarri sulla Lazio?  Si vede la mano di Sarri. Immobile, insieme a Milinkovic, è uno dei più importanti perché credo sia quello che ti finalizza la mole di gioco di Sarri. Io guardando la Lazio è una delle poche squadre che mi diverte.    Un tuo ricordo sul derby di Roma quando eri un giocatore giallorosso? 

Giocai un derby da subentrante ed ebbi un occasione in cui potevo sigillare tanti anni alla Roma. Mi capitò un occasione su cross di Panucci e anziché piazzarla la schiacciai. Era il gol del 2-1 nella partita in cui Totti prese la telecamera. Fare un gol al derby in quegli anni mi avrebbe dato la possibilità di rimanere lì a lungo, oltre che diventare importante per i tifosi. 

  Ora sei allenatore...

Si, sono allenatore e ho aperto un'academy dove curo tecnica e coordinazione nei giovani. Mi sono arrivate delle chiamate ma le ho rifiutate, sono in attesa di un progetto e di una società seria. 

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