La Repubblica | Lazio, a Udine altro match-point: Anderson vuole sfruttarlo
Secondo match-point per la Lazio nella corsa Champions. Fallito quello contro il Lecce, stasera a Udine (ore 20.45, oltre mille tifosi biancocelesti alla Dacia Arena) la squadra di Sarri vuole vincere per allontanare definitivamente le concorrenti e arrivare tra le prime quattro. Per farcela, dovrà giocare senza quella “tremarella” che spesso, in passato, ha bloccato la Lazio a un passo dal traguardo. La pressione si sente, è chiaro, ma va gestita e per questo Sarri si affida ai più esperti, da Romagnoli e capitan Immobile allo stesso Pedro, abituato a vivere partite decisive. L’attesa è elettrica e il fatto che la Roma abbia raggiunto la finale di Europa League – in questa città il derby dura tutto l’anno, inutile negarlo – è una motivazione in più per i biancocelesti, chiamati a centrare il loro obiettivo. Stavolta, poi, i tifosi potrebbero godersi le gare di Champions allo stadio, al contrario della stagione 2020-2021, quando l’Olimpico restò chiuso al pubblico per la maledetta pandemia.
Sarri è in emergenza in regia, non sono partiti per Udine né Cataldi né Marcos Antonio, bloccato dal dolore alla caviglia. Tutto su Vecino, insomma: l’uruguaiano è stato recuperato a tempo di record, si era infortunato contro il Sassuolo e rientrerà dopo 18 giorni. Non potrà giocare 90 minuti, al suo posto nel corso della ripresa entrerà Basic e Luis Alberto si sposterà nel ruolo di playmaker. Ieri in quella posizione è stato provato perfino Patric, giusto sperimentare soluzioni d’emergenza: lo spagnolo è dinamico e ha buona tecnica (“Ha piedi da mezzala”, sosteneva Simone Inzaghi). Contro il 3-5-1-1 dell’Udinese, fondamentale che il centrocampo torni a svolgere con efficacia entrambe le fasi. In difesa dubbio Marusic-Lazzari sulla destra, mentre a sorpresa Pellegrini è rimasto a Roma per una indisposizione virale: colpo di sfortuna, era tra i più in forma. In attacco vedremo il solito trio: Felipe Anderson, Immobile e Zaccagni. Il brasiliano vuole riscattare la serataccia contro il Lecce, tra le poche prove deludenti della sua stagione: “È un momento speciale, a Udine dobbiamo concentrarci – ha detto Felipe - perché è tutto nelle nostre mani e non possiamo più sbagliare. Nello spogliatoio stiamo parlando tanto, dobbiamo abituarci a questa tensione perché significa che stiamo lottando per qualcosa di grande”. Via la tremarella, allora, è il momento di sfruttare il secondo match-point. La Repubblica/Giulio Cardone