Il Tempo | Lazio, l’Europa presenta il conto
Solo un pareggio, ma la Lazio ha tenuto botta nonostante problemi fisici e di organico. Apre Delofeu per l’Udinese, Felipe Anderson regala il pareggio che fa restare i biancocelesti al sesto posto. Certo, l’accelerata per la Champions non c’è stata, ma la prestazione è comunque positiva e Sarri può essere soddisfatto della reazione dei suoi all’avversità.
Udinese in formazione tipo, reduce dal tracollo di Verona più nel punteggio che nel gioco e con una classifica peggiorata dal ricorso della Salernitana che ha tolto ai friulani il 3-0 e 3 punti in più in classifica (la gara sarà recuperato). Il tecnico Cioffi si affida alla coppia Delofeu-Beto che ha già colpito i biancocelesti nello spettacolare 4-4 dell’andata chiuso con un gol dell’Udinese segnato al 98’. Lazio senza cinque titolari: Lazzari, Acerbi, Leiva, Luis Alberto e soprattutto Immobile sono costretti ai box tra infortuni e squalifiche. Sarri ha poche scelte, decide di cominciare con la squadra migliore ma ha poche possibilità di cambiare la gara in corso. Davanti a Strakosha, linea a quattro Marusic, Ramos, Patric e Hysaj, centrocampo obbligato con Milinkovic (capitano), Cataldi e Basic, davanti il tridente leggero Anderson-Pedro-Zaccagni.
Si comincia malissimo, difesa svagata e gol incassato. Dopo quattro partite senza subire reti, Delofeu sfrutta la sponda di Perez e l’errore di Hysaj sul fuorigioco: 1-0. Makengo fallisce il raddoppio sotto porta e, poco dopo, si fa male anche Pedro (problema muscolare). Un disastro, i titolari biancocelesti fuori diventano sei, entra Cabral che, fa spostare Anderson sulla fascia. A quel punto la Lazio si ritrova, lo stesso attaccante capoverdiano sbaglia il tap-in da due metri ma, più in generale, sale tutta la squadra che comincia a sfondare dalla parte di Felipe. Becao stende Cabral in area, l’arbitro non sanziona un intervento perlomeno dubbio, poco dopo il brasiliano si guadagna una punizione: cross di Cataldi, sponda di Zaccagni e testa vincente di Anderson che trova il pareggio al tramonto di un primo tempo in cui la Lazio ha avuto il 62% di possesso palla.
Ripresa con i biancocelesti che vanno subito all’assalto ma Cabral non sfrutta la caduta di Molina, poi Zaccagni ci prova con un tiro a giro che esce di poco. Cambi per l’Udinese, dentro Zeegelar, Pereyra e Success, Sarri sostituisce lo stremato Basic con André Anderson. Lazio stanchissima ma senza risorse in panchina per i guai fisici e le squalifiche. Pereyra chiede un rigore ma è lui a cercare il contatto con Milinkovic, la traversa di Molina chiude la partita e diminuisce i rimpianti biancocelesti per un successo che avrebbero meritato per il gioco espresso. Ora il Porto e dodici partite di campionato, a cominciare dal Napoli: il quarto posto resta un sogno. Per ora. Il Tempo/Luigi Salomone