Involuta, irriconoscibile. Impossibile da spiegare. La terza Lazio di Sarri ha fatto vedere la peggior versione di sé stessa. Doveva essere l'annata del definitivo salto, si è trasformata in una caduta nel vuoto. Nessuna certezza, solo un mare di domande senza risposta. Perché la squadra prende così tanti gol? Perché fa così fatica a segnare? Perché sbaglia l'approccio? Perché le migliori prestazioni sono arrivate contro avversarie di alto livello? Non è un problema di punti. O meglio, non solo. Il tecnico si è detto preoccupato da un lato, ma non vuole sentire drammi. La soluzione, almeno per ora, sembra essere quella di tornare all'antico. Zero rivoluzioni, si va con i soliti noti. Più l'inevitabile novità a centrocampo. Tornerà Kamada, partito sempre titolare prima del Monza e rimasto in panchina 90' sabato scorso. Completeranno il centrocampo Luis Alberto, intoccabile, e uno tra Cataldi e Vecino: leggermente in vantaggio l'uruguaiano per caratteristiche visto l'avversario. In difesa, davanti a Provedel, probabile il ritorno di Casale, da valutare invece Romagnoli uscito affaticato dal match contro la formazione di Palladino. Sulle fasce ballottaggio aperto con Marusic e Pellegrini favoriti.

Davanti certi di una maglia Immobile e Felipe Anderson, possibile turno di riposo per Zaccagni a vantaggio di Pedro. Nell'ultima conferenza stampa, rigorosamente nel post partita, Sarri ha confermato che Isaksen e Guendouzi non sono pronti per partire dall'inizio. E proprio riguardo l'acquisto del centrocampista francese, ieri il direttore sportivo Fabiani ha raccontato come è andato in porto l'ultimo affare del mercato estivo: «Mi chiama una mattina il presidente Lotito e mi dice: “Lo conosci Guendouzi?”. Gli rispondo “certo, ma non lo prenderemo mai”. Facciamo i passaggi istituzionali, ne parlo anche con Sarri. Ci siamo tuffati sulla trattativa, che non è stata poi così semplice. Mettere d’accordo più società non è stato facile: non ci sono solo Lazio e Marsiglia, ma c’è la società che fa capo al procuratore, la società che fa capo al giocatore. Mettere d’accordo tutti non è mai facile. La volontà del calciatore ha fatto la differenza e questo va sottolineato».

Intanto in questi giorni è tornato di moda il tema Stadio Flaminio, di cui ha parlato anche Ferdinando Bonessio, presidente della Commissione Sport romano: «Lotito non ha presentato alcun progetto e non ci ha mai chiamato. Nonostante le dichiarazioni per mezzi stampa, a oggi non è pervenuta ancora nessuna formulazione su un progetto, come nel caso della Roma, da parte del Presidente Lotito. Lo stadio ha una serie di vincoli architettonici e monumentali e, oltre a questi, anche altre problematiche. La proposta che fu fatta dalla AS Roma nuoto» - ha continuato Bonessio - «non è stata considerata realizzabile perché aveva degli eccessi invasivi e aveva una proporzione tra il commerciale e gli aspetti sportivi squilibrati». Il Tempo/Daniele Rocca

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